MYArt. Tre giorni di proiezioni e discussioni sulle migrazioni

myart festival

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COSENZA – Dal 28 al 30 aprile, a Cosenza, nelle sale del Morelli e del San Nicola i documentari e cortometraggi giunti da oltre venti Paesi saranno i protagonisti di MYArt Film Festival, rassegna del cinema indipendente. Al centro dei lavori il tema delle migrazioni e dei diritti umani. In totale, sono stati oltre 150 i lavori valutati dalla direzione artistica, giunti da Palestina, Iran, Libano, Croazia, Turchia, Serbia, Grecia, Egitto, Israele, Marocco, Kosovo, Spagna, Francia, Portogallo, Svizzera, Belgio, Germania, Regno Unito, Svezia, Polonia, Canada. E Italia, naturalmente. Buone anche la rappresentanza di lavori prodotti specificatamente dalla Calabria o in Calabria. Dopo l’attenta selezione di tutte le opere pervenute ha ritenuto di ammettere a concorso 12 documentari, 12 cortometraggi e 9 documentari brevi. Un numero, a parere della direzione del MYArt, sufficiente per mostrare il panorama del cinema indipendente sulle tematiche trattate: dall’integrazione, alla guerra; dalla tortura alla complessità della vita quotidiana nei Paesi del Mediterraneo. La Calabria ben rappresentata nel settore del cinema del reale. Molti i documentari “made in Calabria” iscritti al MYArt Film Festival. Una dato che ha soprese gli stessi organizzatori dell’evento che si svolgerà a Cosenza e che ha come oggetto la narrazione delle migrazioni che attraversano il Mediterraneo. Sono infatti oltre una diecina i lavori presentati da registi calabresi o realizzati in Calabria che raccontano questo tema e lo fanno con un apprezzabile livello qualitativo. Segno che la regione è in grado di esprimere potenzialità nell’ambito del cinema del reale. «Si tratta di un dato – a detta della direzione artistica del Festival – che denota il fatto che la Calabria è finalmente protagonista attenta, consapevole, di ciò che sta accadendo dentro e intorno al Mediterraneo. Una consapevolezza che non può non avere vista la sua centralità in questo angolo di mondo nel quale nei prossimi decenni si concentrerà il più complesso fenomeno migratorio mai sperimentato dall’umanità».