Sibari. Successo di pubblico per la rassegna del cinema. Soddisfatto il patron Iacobini

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SIBARI – Si può passare con scioltezza dalla comicità di Made in Sud all’analisi seria attorno a ciò che vuol dire essere un attore? Si può. È quanto accaduto durante la serata conclusiva dell’edizione 2016 delle “Notti dello Statere”, manifestazione che da dodici anni sulla costa ionica calabrese accoglie i nomi tra i più conosciuti del cinema italiano, ospitati nella sala convegni del résort Marlusa in un originale talk show dal vivo a tu per tu con il pubblico di Marina di Sibari. Quest’anno, l’evento organizzato grazie allo spirito di iniziativa del direttore artistico Luca Iacobini, è stato diviso in due distinti appuntamenti intermezzati da un giorno di pausa, il 29 giugno e il primo luglio. Un vero galà della gente e per la gente, Le Notti dello Statere.  Dopo l’assaggio inaugurale, applauditissimo, di mercoledì scorso, con la partecipazione di Gianluca Di Gennaro, Irene Maiorino, Fabio Troiano e Simone Montedoro, venerdì – per il gran finale – la platea di nuovo sold out ha assistito alla premiazione di personaggi che con le loro distinte identità e carriere hanno dato vita a una scaletta che ha oscillato dalle  risate alle riflessioni profonde e viceversa, su impulso del bravissimo giornalista Gianpaolo Iacobini (per lui i complimenti sinceri sul palco da parte degli attori invitati). Soddisfatto il direttore artistico Luca Iacobini che, non senza sforzi, stimolato da un progetto ad hoc di promozione del territorio, ha portato in Calabria i personaggi delle fiction non solo per l’evento fine a se stesso, ma creando proprio un soggiorno per gli ospiti finalizzato alla conoscenza dei luoghi che nella stagione estiva accolgono i turisti con servizi sempre più efficienti. L’inizio della kermesse è stato dedicato al ricordo di Francesco Fusca, scomparso improvvisamente nelle scorse ore, “un amico in meno sulla terra”, che con il figlio Johnny ha sempre seguito il cinema in Calabria e per il quale appositamente, alle Notti dello Statere, è stata lasciata una sedia vuota in prima fila.
L’avvio ufficiale delle premiazioni ha visto l’incursione dal corridoio centrale di Salvatore Gisonna, già comico di Made in Sud, che con un apparente fuori programma ha subito deliziato gli spettatori con un monologo a suon di battute.
Lo ha poi seguito un “collega” nel senso più stretto del termine, ovvero Alessandro Bolide, compagno di cast nella fortunata trasmissione di Raidue, che nella circostanza ha anche presentato il suo libro “Ma che ce ne fotte!?” edito da Sperling&Kupfer. Un deciso cambio di toni ha registrato l’ingresso di Ninni Bruschetta – interprete di titoli cinematografici importanti, da Boris a Quo vado fino al Sistema e numerosissime fiction – con il suo “Manuale di sopravvivenza dell’attore non protagonista” (Fazi editore), libro dove racconta di un mondo dove non sempre la qualità viene valorizzata. “Bisogna comprendere ciò che è la storia della tua vita – ha affermato incalzato dalle domande di Iacobini –  Io ho capito che il destino non è ciò che deve accadere ma è ciò che accade”.  Come in una sequenza di emozioni non scritte ma perfettamente incastrate, ha guadagnato la scena alle Notti dello Statere Carlotta Natoli, la Shirley Temple italiana, com’è stata definita, accompagnata da Teo, il suo bellissimo figlio avuto dal compagno attore Thomas Trabacchi.
Con lei, al via nuove confessioni: da suo padre Piero, attore e regista che molto gli ha insegnato, sino agli esordi con Michele Placido, Carlotta ha dato la sua versione su questo mestiere raccontandosi sempre col sorriso sulle labbra.  Da una donna di carattere a una donna di estremo carisma: il conduttore Gianpaolo Iacobini ha chiamato accanto a lui “colei che ha comandato la piazza dello spaccio a Scampia, Cristina Donadio in arte Scianèll” (da pronunciare rigorosamente con due elle).
Come biglietto da visita, il magnetismo dei suoi splendidi occhi da gatta. Ma quella che per finzione impersona una terribile camorrista in Gomorra, a Sibari ha incantato tutti con una dolcezza disarmante, passando da un perfetto italiano a un estemporaneo accento napoletano: “Secondo me solo i buoni di cuore possono diventare cattivi e raccontare l’orrore”, ha affermato. È così calato il sipario sull’ambiziosa manifestazione di cultura cinematografica che non mette distanze tra le star e il pubblico. Tra esclusive, passato, presente e futuro, gli attori messi insieme dal patron Iacobini hanno salutato Sibari e la Calabria immersi in un mare di selfie e autografi che li ha materializzati ai fan come in un sogno. Dal piccolo e grande schermo alla chiacchierata informale vis-à-vis, come fossero con loro sotto l’ombrellone.