L’Ipotesi di Fedele Tocci e Matteo Grisolia in mostra al Castello Aragonese

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CASTROVILLARI – Si inaugura domenica 17 aprile alle ore 18 nella Sala Mostre del Castello Aragonese la mostra di Fedele Tocci e Matteo Grisolia dal titolo “Ipotesi”.
La mostra è organizzata dal collettivo culturale “Il Ciglio del Lupo”, con il coordinamento artistico e organizzativo di Lorena Martufi, patrocinata del Comune di Castrovillari, sostenuta in co-marketing da ViaggiArt e sponsorizzata da La Mongolfiera editrice e Azienda grafica AGM. Per la prima volta Fedele Tocci e Matteo Grisolia, artisti contemporanei e d’avanguardia, si confrontano sulla stessa tecnica – l’incisione a tratto su vetro – in un corridoio figurativo ed esistenziale tra il Rosso e il Nero. Come nel mito della caverna di Platone, questa tecnica straordinaria – pensata e sperimentata da Fedele Tocci – porta a confrontarci con le ombre. Ci sono ombre totalmente nere, altre parzialmente scure, ombre che si muovono in circolo. Le ombre sfilano. Il Nero di Tocci le assorbe, il Rosso di Grisolia le respinge. Il Nero ingloba tutto, avvolge l’essere e le apparenze, il soggetto e l’oggetto. Il Nero racconta, seppure a tratti, un amore, un potere, una storia. Il Nero è reale – quindi passerà – nel ricordo, nell’infanzia, nel sogno.  Il Rosso è irreale, iper-reale. Il Rosso è una sintesi programmata in una superformula dove non ci si confronta più. Il Rosso è un’assenza di apparenze dove il dominio è la trasparenza totale. Nessuna memoria, nessuna contemplazione, come nella realtà virtuale l’originalità ha soppiantato la nostalgia. Tutto quello che passa sullo schermo ci attraversa pericolosamente, rendendoci trasparenti. Oltre il rosso e il nero, restano le ipotesi, esercizi di pensiero critico dove l’incertezza, il paradosso e l’immoralità sono lecite quando sono ironiche. Cosa resta delle illusioni? Domanda finale senza risposta finché non ricominceremo a credere nella realtà. Finché la nostra società non si rifletterà in una qualche specie di specchio morale e filosofico e non sarà costretta a contemplare un’immagine simile a se stessa, una qualche specie di nostalgia per un sistema di valori.