Mons. Savino: L’informazione è un bene primario, giornalisti siate sentinelle del bene comune

savino monsFrancesco

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PAOLA – “Mai come oggi la professione del giornalista ha bisogno di riscoprire una forte impronta etica”. E’ il messaggio forte e chiaro che Monsignor Francesco Savino, Vescovo della Diocesi di Cassano Jonio, ha lanciato ieri a Paola in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti in occasione del Giubileo regionale. Oggi, in  un mondo inflazionato di notizie i giornalisti sono chiamati “a riscoprire la vostra missione che consiste nell’essere sentinelle del bene comune, farvi voce di chi non ha voce,  raccontare le storie spesso nascoste e invisibili degli ultimi, ascoltandone il grido”. Dare voce a chi non ne ha seguendo sempre quel codice deontologico che deve essere ragione di vita per tutti coloro i quali fanno questa professione. Oggi “l’informazione-comunicazione è  un bene primario per le singole persone e per l’intera società” afferma  Don Francesco Savino che ricorda ad ogni giornalista, ad ogni comunicatore l’importanza e la pericolosità del mezzo d’informazione, esso “più potente è” tanto più “deve essere forte la coscienza etica di chi in essi opera e di che ne usufruisce. E’ necessario pertanto che la comunicazione sociale non sia considerata solo in termini economici o di potere, ma resti e si sviluppi nel quadro dei beni di primaria importanza per il futuro dell’umanità”. Oggi siamo circondati e bombardati da un informazione globale alimentata dalle nuove tecnologie che semplificano e favoriscono “un’informazione sempre meno mediata, più diretta, a volte priva di verifiche sulle fonti, motivata dal desiderio di per essere i primi nella corsa a dare la “notizia”. Ma esistono dei valori fondamentali che fanno di questa professione un’arma da saper usare e un amplificatore da saper controllare. Oggi un  giornalista “ può esimersi da una scelta di campo a favore della salvaguardia ecologica nell’esclusivo interesse economico di qualcuno?  Può un giornalista, oggi, scegliere di non essere, sempre ed in ogni caso, dalla parte della verità, fino alla parresìa, in un mondo ipercomunicativo dove dominano falsità o  solo mezze verità, che avviliscono la persona umana e la democrazia?”.  E’ un mestiere tanto difficile e responsabile, quanto bello affascinante dove “giustizia e verità, competenza e responsabilità, legalità e libertà, sono alcune delle parole guida di cui oggi un giornalista non dovrebbe fare a meno, nell’interesse supremo di informare  a servizio del bene comune”. L’importanza e l’esigenza di raccontare la verità in “un’autentica cultura del dialogo” in un momento in cui i social network “! hanno intercettato la  paura delle relazioni interpersonali dirette ed hanno fondato il loro successo sul superamento di questa paura creando relazioni che  risultano estremamente fragili”. “La comunicazione – dice Papa Francesco nel suo Messaggio – ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società. Com’è bello vedere persone impegnate a scegliere con cura parole e gesti per superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia. Le parole possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli. E questo sia nell’ambiente fisico sia in quello digitale”.   Che vi facciate strumento di  incontro fecondo tra comunicazione e misericordia afferma ancora in conclusione Mons. Savino. . “Siate – dice Papa Francesco – operatori audaci, positivi e creativi, offrite vere soluzioni ad antichi conflitti e opportunità di realizzare una pace duratura. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”.