CASTROVILLARI – E’ iniziato il conto alla rovescia per l’arrivo della primavera teatrale che a Castrovillari porterà dall’8 al 14 ottobre l’edizione numero 21 del festival sui nuovi linguaggi della scena italiana ed internazionale. «Dicono che l’autunno sia una seconda primavera, per questo abbiamo deciso, in un anno così particolare e delicato per il nostro mondo, di collocarci in ottobre, mai per un attimo pensando di poter saltare l’edizione numero 21» commentano gli ideatori e direttori Dario De Luca, Saverio La Ruina e Settimio Pisano alla vigilia di questo importante appuntamento culturale. L’edizione 2020 ospiterà venti compagnie, tra debutti e spettacoli ospiti, con lo sguardo sempre puntato sul presente. Un programma intenso che riflette su relazioni, tecnologia, politica e sulle conseguenze generate dal Covid che in questi ultimi tempi sembra aver già segnato l’inizio di una nuova epoca sociale. Da ormai oltre vent’anni punto di riferimento a Sud per i nuovi linguaggi della scena contemporanea e la nuova drammaturgia, il festival diretto da Scena Verticale presenta al pubblico un calendario ricco di appuntamenti nonostante la sua dislocazione temporale inedita in questi tempi alterati, non a fine maggio, come sempre in apertura della stagione dei festival teatrali ma, questa volta in apertura della stagione invernale. Negli anni il Festival è riuscito a fare della città ai piedi del Pollino un punto di riferimento dei nuovi linguaggi scenici, luogo di confronto tra generazioni di artisti. Grazie alla smisurata perseveranza dei loro programmatori – per 7 giorni – Primavera dei Teatri anche quest’anno porterà Castrovillari al centro del dibattito teatrale contemporaneo.
I ventuno anni di Primavera dei teatri
La XXI edizione di Primavera dei Teatri verrà realizzata grazie al sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e a valere sull’avviso pubblico della Regione Calabria per l’attribuzione del marchio regionale dei grandi eventi calabresi annualità 2020. 7 giornate per 7 prime nazionali, un’anteprima, ma anche performance, mise en éspace, progetti internazionali all’interno di più spazi e luoghi all’aperto e al chiuso: il Castello Aragonese; il Teatro Sybaris; l’Accademia dei Saperi e dei Sapori (Ex Mattatoio); il Chiostro S. Bernardino a Morano; il Chiostro del Protoconvento; il Circolo Cittadino.
Saranno 20 le compagnie teatrali ospiti, tra le più innovative e premiate d’Europa e tra le più riconosciute tra gli emergenti dell’ultima generazione: Angelo Campolo / DAF Teatro; LAB121 / Fabrizio Sinisi / Claudio Autelli; Teatro delle Ariette; Angelo Colosimo; Anagoor; Lopardo-Russo / Nostos Teatro/ Collettivo ITACA; Gianluca Vetromilo / Mammut Teatro; Compagnia Oyes; Piccola Compagnia Dammacco; Maurizio Rippa; Marcello Cotugno / Teatri Associati Di Napoli/ Interno 5; Liberaimago; Eco Di Fondo; Paolo Mazzarelli; I Sacchi Di Sabbia/ Roberto Latini; Babilonia Teatri; Scena Verticale / Saverio La Ruina; Agrupación Senõr Serrano; Teatro Delle Albe. Ad arricchire il cartellone artistico incontri, laboratori, concerti e Primavera Kids, programmazione dedicata ai piccoli spettatori. «Negli anni abbiamo tentato di tessere un filo che lega la programmazione artistica alla politica culturale in senso largo. Nel 2019 ci sentivamo equilibristi, ora che la pandemia ha segnato un mai prima d’ora e ha aperto nuovi significati alla condizione di isolamento e ci ha resi probabilmente più fragili quel filo va intercettato nell’interesse di tutti – continuano i direttori del Festival –. Ora più che mai. Qui e ora, è necessario tenersi per mano e attraversarla insieme la porta del futuro. Solo così si può costruire, programmare, fare il nostro mestiere. È necessario farlo insieme, confrontandoci, accompagnandoci l’uno con l’altro. Nell’era del distanziamento sociale e della socialità digitale vogliamo nuovamente ritrovarci intorno al teatro e contagiare la città, come la scena ha sempre saputo fare in maniera sana, per riflettere proprio su questi temi. Tanti sono gli artisti che si stanno interrogando sulle più svariate declinazioni e sfaccettature delle relazioni che derivano dall’agire: chi in maniera trasversale, chi sperimentale, chi politica. Molti quelli che guardando al passato interpretano il presente. Tutti con la voglia di protrarsi verso un futuro diverso».