Aggressioni a snaitari. Misiti chiede che il Ddl diventi legge subito

misiti massimo seduto

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COSENZA – «C’è un Disegno di legge che aspetta di diventare legge, ma quante altre aggressioni agli operatori della sanità si dovranno ancora verificare prima che il percorso si concretizzi?». Il deputato calabrese del Movimento 5Stelle, Massimo Misiti, esprime il suo disappunto sulla lentezza con cui si sta affrontando il problema della sicurezza negli ospedali ed in particolare nei pronto soccorso del nostro Paese. A scatenare il commento piccato del parlamentare, egli stesso medico chirurgo ortopedico, l’aggressione di ieri, a Crotone, alla dottoressa del pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio”. «Solo per una fatalità e per il provvidenziale e coraggioso intervento di un venditore ambulante maghrebino – continua Misiti – non si è dovuto registrare un omicidio. È intollerabile che un professionista debba rischiare la vita nell’esercizio del proprio dovere. Penso che il Ddl debba seguire un iter diverso. La sanità non può essere solo malasanità, ma ci si deve occupare anche della tutele di medici e di pazienti. Come Movimento 5Stelle abbiamo affrontato più volte il tema della sicurezza degli operatori sanitari, e lo abbiamo fatto pure qualche settimana fa con un apposito incontro alla sala “Tatarella” del Palazzo dei Gruppi parlamentari, con, tra gli altri, il presidente del Collegio italiano dei chirurghi, Filippo La Torre». Il Ddl che, lo ricordiamo, introduce disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie nell’ambito dell’esercizio delle loro funzioni, licenziato dal Consiglio dei Ministri ad inizio agosto, aveva già ricevuto il parere favorevole da parte della Conferenza Stato Regioni. Tra gli articoli previsti c’è anche un’integrazione dell’art. 61 del codice penale che disciplina le circostanze aggravanti nei confronti di chi commette reati con violenza o minacce in danno degli operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni. «Mi domando – conclude Misiti – se dobbiamo attendere che ci scappi un morto, un altro, prima di dare un’accelerata al percorso di trasformazione del Ddl. Spero proprio di no».