Ctf consegna il premio frontiere aperte. Ieri serata ricordo del 68

CTF2018 premio frontiere aperte

CTF2018 premio frontiere aperte

 

CASTROVILLARI – Il racconto del 68 portato all’attenzione dei presenti da chi c’era, chi l’ha vissuto incarnando un «ideale» che si è fatto «scelta di vita» coerente e dolorosa fino al sacrificio di una esistenza che la ho visto in solitudine, isolato e incompreso da tutti, eccezion fatta per la moglie, compagna fedele di gioie e dolori. Il momento in cui Giovanni Peluso ha introdotto, con il suo racconto reale, il convegno che ha di fatto aperto lo spazio culturale della ottava edizione del Calabbria Teatro Festival, è stato il momento più intenso e toccante della serata nel corso della quale Khoreia 2000 ha assegnato il premio “Frontiere aperte” per l’edizione 2018. Un analisi cruda e reale, non letta sui libri, ne vista in un film, ma vissuta nel quotidiano di una storia personale che ha saputo essere coerente con la scleta fatta all’epoca delle rivoluzioni studentesche e portata avanti con fedeltà e sacrificio. «Forse non lo rifarei» ha dichiarato stimolato dalla domanda di Angela Micieli, direttore organizzativo del Calabbria Teatro Festival. Ma la sua vita è stata un inno di fedeltà alla scelta maturata in gioventù, credendo ad un sogno che è diventato utopico per stessa responsabilità di quanti hanno fatto finta di aderirvi e poi si sono accomodati tra le nicchie del potere. Lui no, è rimasto fedele ad una scelta radicale che lo ha portato ad essere messo ai margini, isolato anche dalla famiglia stessa che non ha compreso la realtà di una scelta portata avanti con coerenza. Nel corso della serata alla quale hanno partecipato anche l’assessore regionale alla cultura, Maria Francesca Corigliano, il consigliere provinciale, Vincenzo Tamburi, il sindaco di Castrovillari, Mimmo Lo Polito, l’avvocato Lucio Rende, è stato il Vescovo della Diocesi, Monsignor Francesco Savino a chiudere il dibattito articolato con una riflessione. «Facciamo che i giovani diventino protagonisti di se stessi, oggi c’è uno scontro tra i figli, padri e madri. Non dobbiamo continuare a rompere le generazioni, forse è l’ora di creare le condizioni per una alleanza fra le generazioni» ha ricordato il presule. «Bisogna tornare a sognare – ha consluso il vescovo – dal sogno del ’68 al sogno del terzo millennio, con le dovute differenze, aiutando i giovani di oggi ad essere se stessi. Noi adulti dobbiamo credere e avere fiducia in loro». Al termine dell’incontro è stato assegnato il premio Frontiere Aperte. Massimo Ferrante, cosentino di origine e napoletano di adozione, per la sua vita immersa nella musica, suo amore e professione. Gli organizzatori hanno premiato «il suo impegno di ricerca e riproposta della realtà musicale e sociale dell’Italia meridionale, con particolare attenzione a Calabria, Sicilia, Puglia e Campania». Insieme a lui premiata anche la “Casa di Y’shua” di Castrovillari, rappresentata dalla referente Mariolina Luccisano per essere «anima pulsante della comunità, a tutti i volontari che, con spirito di sacrificio e di condivisione, hanno donato il loro tempo, e non solo quello, a tanti giovani in difficoltà».