CASTROVILLARI – Viaggio nelle relazioni umane, quelle familiari e di vita. Potrebbe essere questo il sunto delle performance teatrali in scena questa sera nella quarta giornata di Primavera dei Teatri. Tre prime nazionali, tra le quali anche la prima opera del progetto Europe Connection al festival 2018 promossa da Scena Verticale e che ha coinvolto la compagnia calabrese Brandi – Orrico insieme all’autore Tomasz Man, polacco, che ha scritto il testo «per certi versi spietato» per il ritmo che ha e che rilancia un dialogo a 4 in un contesto familiare che si intreccia continuamente. La mancanza di comunicazione, che si ripercuote nella società moderna, è il tema che attualizza l’opera passata al setaccio della traduzione attraverso tre lingue diverse (polacco – inglese – Italiano) prima di arrivare sulla scena con Marco Aiello, Emilia Brandi, Ernesto Orrico e Ada Roncone. Un lavoro interessante dal punto di vista della scoperta dei personaggi che oggi vedrà il suo debutto sul palco del Teatro Vittoria alle ore 20.30. Nella sala consiliare, invece, alle ore 19.00 l’altro debutto è quello della Piccola Compagnia Dammacco / Teatro Di Dioniso con Serena Balivo, premio Ubu come migliore attrice under 35, che porta in scena la scrittura di Mariano Dammacco anche questo con uno sguardo su interno familiare. Cosa accade ad una zia che prova a insegnare i principi del vivere al proprio nipote. Un focus sulla genitorialità “stranita” è stato citato in sede di conferenza stampa quotidiana, oggi trasferita nel chiostro del Palazzo di Città. Benedetta, invece, di Mimmo Sorrentino porta in scena la storia di una detenuta realmente esistente. Un viaggio intimo e profondo che ha la particolarità di essere raccontato sul palcoscenico da Federica Ciminiello e Margherita Cau (due detenute prossime alla scarcerazione) che rientrano nel progetto “Educarsi alla libertà” patrocinato da Teatroincontro, Ministero della Giustizia, Mibact, Rai Cinema. Un «percorso esemplare per la nazione» è stato definito da Nando Dalla Chiesa per la sua valenza culturale ed artistica di proporre un nuovo linguaggio nel percorso tra mafia e antimafia. Una «storia d’amore struggente» ha commentato il regista Mimmo Sorrentino, una storia vera che diventa «sacra».