CASTROVILLARI – Gli organizzatori del festival Primavera dei Teatri già ieri, all’inizio di tutte le repliche hanno tributato un pensiero a Paola Scialis, amica del festival, donna di cultura e teatro scomparsa prematuramente a seguito di un drammatico incidente automobilistico verificatosi ieri, domenica 27 maggio nei pressi di Amantea. La notizia della sua scomparsa ha funestato la prima giornata del festival castrovillarese. Una donna «aperta e curiosa nei confronti del mondo» – ha ricordato il direttore artistico di PdT, Dario De Luca, nella conferenza stampa quotidiana della seconda giornata – «bella, libera, non torbida» che mancherà a quanti l’hanno conosciuta e vissuta. Ma che Primavera dei Teatri vuole ricordare con «la sua risata» – unica per chi l’ha potuta ascoltare dal vivo – e con «il sorriso» continuando in quella opera meritoria che Paola ed il suo compagno Stefano avevano messo in piedi a Belmonte ed in tutti i luoghi toccati dal dinamismo che ha sempre caratterizzato l’agire di questa grande donna di cultura calabrese che mancherà a tutti. E per quello strano incrocio di destini la seconda giornata del festival è dedicata al racconto dei mali del Sud, atavici ed incancreniti, che condizionano, a volte rallentano e affievoliscono il passo e l’agire di quanti, come Paola Scialis, hanno voglia di non arrendersi, di sognare un futuro diverso possibile. Accanto a questo, da oggi, sono attivi anche i laboratori formativi che sono un altro aspetto che contraddistingue il festival sui nuovi linguaggi della scena contemporanea. In particolare da oggi pomeriggio sarà possibile trovare a teatro il primo numero della seconda edizione di “U crivu” a cura della redazione di Teatro e Critica condotto da Simone Nebbia: un quotidiano del festival dal «sapore particolare» che in un festival come quello di Castrovillari «entra in contatto con la popolazione del luogo in maniera fluida» provando a sperimentare la funzione che ha la critica. Angelo Gallo del Teatro della Maruca, invece, inizierà – con i più piccoli – a «tradurre il testo di Pinocchio per il teatro di figura». Accennando già ad alcuni spunti del suo interagire con i Kids di Primavera come la sua idea di realizzare un grande diario di questi giorni di sperimentazione attraverso un «foglio gigantesco di carta» nel quale appuntare bozzetti, impressioni, suggestioni, che diventino il racconto vero e reale di ciò che i bambini hanno partorito “Dentro la bottega di Geppetto“.
“Simu e Pùarcu”, lo spettacolo di Angelo Colosimo, è l’ultima parte della trilogia realizzata per indagare sulla famiglia. Forse il testo più duro, quello che arriva alla pancia e che passa dalla cronaca di un fatto realmente accaduto nel 2003: la morte di Santino Panzarella, ancora avvolta nel mistero dell’irrisolutezza. E’ lo spunto per «indagare il contesto sociale nel quale si inserisce questo delitto – ha raccontato l’attore, autore e regista – cosa muove una persona ad uccidere un’altra vita». Tutto con riferimenti alla ndrangheta, alla quale si fa riferimento in maniera sottesa, senza mai nominarla, usando il rito dell’uccisione del maiale per evocare una immagine forte entro la quale la criminalità ci costringe a vivere: «la ndrangheta ci tiene chiusi nei recinti, con i piedi nella nostra sporcizia e quando non serviamo più veniamo fatti fuori». Di stagnazione del Sud, del suo rimanere immobilizzati, delle illusione e delle speranze disattese parla “Per prima cosa” di Compagnia Teatrale Petra di e con Antonella Iallorenzi e Fabrizio Pugliese, scritto e diretto da Fabrizio Saccomanno La loro esperienza di teatro, nata in Basilicata, ha trovato in un piccolo contesto di periferia il «luogo ideale del possibile». Un lavoro frutto di una costruzione capillare in scena, che utilizza una lungua che si perde, si distorce, che indaga il Sud, la sua realtà, la “restanza”.