CASTROVILLARI – Un grande tavolo, pronto per accogliere 30 spettatori per replica, attorno al quale si muovo gli attori con attrezzi da cucina. E’ lo spazio scenico nel quale si svolge lo spettacolo “Attorno a un tavolo” del Teatro delle Ariette in scena nell’edizione 2018 di Primavera dei Teatri. Una performance particolare che ripete e rilancia le azioni ed i gesti della vita quotidiana, che si ripetono e si evolvono. Gli attori nel mentre cucinano e preparano i cibi che, davvero, si mangiano in scena e che consumano i commensali (cioè gli spettatori), raccontano piccole storie, i fallimenti senza importanza, le inquietudini che attraversano il presente. Ma sempre con il sorriso sulle labbra, senza drammatizzare, ma con la voglia di rilanciare con il gioco le prospettive, le speranze, le attese, le ripartenze. E’ così, attorno ad una mensa, spazio di condivisione e confronto per eccellenza, che si prova a ricreare una comunità possibile. Lo spettacolo di Paola Berselli e Stefano Pasquini che vede in scena oltre la Berselli anche Maurizio Ferraresi e Stefano Pasquini è la produzione che celebra i vent’anni della compagnia. Una storia lunga quattro lustri raccontata anche in un libro di recente uscita. “Teatro da manigiare”, lo spettacolo più “famoso” della compagnia ha fatto oltre 1000 repliche. «Per vent’anni – scrive la compagnia – abbiamo cercato un dialogo serrato con il teatro, tenendoci ai margini, in equilibrio sulla linea di confine che separa il teatro dalla vita. Abbiamo lottato con la “forma spettacolo” tentando di superarla. Abbiamo trasformato la nostra vita nella prova infinita di uno spettacolo inimmaginabile. Ci siamo persi e ritrovati. Oggi, attorno a un tavolo, il mondo ci è venuto incontro. E ci ha portati in un posto senza tempo né luogo. Adesso bisogna ricominciare da zero. Con la promessa di non celebrare, di non mentire. Con la voglia, lo spirito di vita dei bambini». Attorno ad un tavolo è uno spettacolo non solo da guardare, ma nel quale essere protagonisti, gustandolo nel senso vero della parola, e scoprendo, anche attraverso il palato, ciò che gli attori in scena raccontano e vogliono comunicarci.