COSENZA – Quello che è successo lo scorso 15 luglio a Roma «è sconcertante. All’assemblea convocata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, nella quale si doveva parlare di ammodernamento della SS.106, non ha partecipato nessun parlamentare calabrese. Se a ciò si aggiunge che per il progetto di ammodernamento, inserito nel I programma delle infrastrutture strategiche con una delibera CIPE del 2001, non è stata definita una data certa di inizio lavori si capisce la grande considerazione che ha il governo nazionale della Calabria e della Sibaritide. Ancora un altro rinvio a data da destinarsi, perché i costi non sono definiti e le scelte progettuali non sono conformi alla delibera CIPE». Così scrive in una nota stampa ufficiale Tonino Russo, segretario provinciale Ust Cisl di Cosenza. «Una delle più pericolose strade d’Italia, la via crucis delle lapidi, la strada della morte, continua a mietere vittime. L’ultima proprio domenica scorso» aggiunge il sindacalista. «Perché la Calabria occupa sempre l’ultimo posto nell’agenda delle infrastrutture del Governo? Perché i parlamentari calabresi non fanno nulla. Perché non sentono sulla propria coscienza il peso delle vite umane che questa strada continua a mietere. Se i soldi non ci sono vanno trovati. Se i progetti non sono conformi alle prescrizioni, vanno rimodulati, aggiornati, ma la nostra regione non può più sopportare questo gap infrastrutturale, questa Italia a due marce. Come sindacato ci siamo sempre occupati del problema delle infrastrutture inesistenti e del sistema viario. Proprio lo scorso 14 dicembre insieme agli altri sindacati abbiamo mobilitato i lavoratori in maniera unitaria per smuovere le coscienze. Adesso facciamo un appello al Governo, ai parlamentari calabresi, alla Regione Calabria, affinché si diano una mossa e inizino a programmare lo sblocco dei fondi e dei progetti per l’ammodernamento della ss. 106, togliendo dall’isolamento l’intera Calabria jonica. L’economia della Sibaritide è in ginocchio, il tessuto sociale si sta sgretolando, abbiamo bisogno di infrastrutture che portino turisti, visitatori e investitori in questa terra e per fare ciò c’è bisogno di infrastrutture: strade, ponti, viadotti». Quella di Russo non è «sterile polemica, né tanto meno pianto greco è solo volontà di fare bene il nostro lavoro e grande attaccamento per la nostra terra nella quale abbiamo deciso di vivere e nella quale vorremmo che vivessero anche i nostri figli» aggiunge. Se la situazione dovesse continuare a rimanere tale anche la Cisl minaccia forti mobilitazioni per «chiedere infrastrutture e diritti».