CASTROVILLARI – Voto unanime, nonostante i toni accesi del consiglio comunale, da parte dei consiglieri di maggioranza ed opposizione al documento stilato a sostegno della lotta per la difesa e la dignità lavorativa degli ex Lsu-Lpu calabresi. Introdotto dal consigliere comunale in quota socialista Gerri Rubini il documento stigmatizza «la mancata volontà di questo governo nazionale più attento alla “quota 100 ed al reddito di cittadinanza”, che alle vertenze lavorative aperte in tutto il Paese ed in particolare alla risoluzione del problema di e per questi lavoratori, che si protrae da oltre venti anni, non tenendo presente, in nessun modo, le competenze che questi soggetti hanno acquisito in tutti questi anni di prestazioni lavorative negli Enti pubblici, e che molti di loro occupano postazioni di lavoro determinati e di grande responsabilità per la gestione quotidiana degli Enti, e che garantiscono, con le loro prestazioni, servizi essenziali per le comunità, che in caso di interruzione del rapporto lavorativo, sarebbe seriamente compromessa l’attività in settori cardini delle amministrazioni dove operano quotidianamente, si rende disponibile a supportare, istituzionalmente, tutte le iniziative che da oggi sino alla conclusione, speriamo positiva di questa vicenda, saranno messe in atto». Per l’assise castrovillarese, infatti, «non è possibile che dopo venti anni di servizio lavorativo, vengano mortificate dignità e professionalità di una regione vittima, da anni, di scelleratezze di gestione politica e amministrativa e di scelte che non hanno favorito l’inserimento di tali soggetti all’interno degli Enti dove, quotidianamente, da oltre venti anni, si recano a prestare il loro servizio lavorativo». Una vertenza, quella degli Lsu-Lpu della Calabria che da troppi anni vede la Politica impegnata a trovare «soluzioni tampone a questa vicenda» con il Governo centrale che «invece di decidere, seriamente, sulla stabilizzazione, gioca con la vita di questi lavoratori e con il futuro delle loro famiglie, mettendo a repentaglio non solo il posto di lavoro, ma la serenità famigliare. Oggi, senza la copertura finanziaria, non vi è la certezza di un futuro lavorativo e personale per questi 4500 calabresi». Nelle prossime ore a Roma confluiranno i precari della Calabria che attendono dal governo giallo – verde una «determinazione» che però anche non è stata scritta tra le deroghe della normativa vigente sui vincoli di assunzione, fattore determinante per evitare che anche l’eventuale finanziamento diventi «inutile» e non permetta «un prosieguo per questi lavoratori e gli Enti ed i calabresi pagheranno il prezzo più alto, per la mancata fruizione di servizi pubblici che pagano con le tasse e le imposte comunali e regionali. La Regione Calabria ha fatto il primo passo, mettendo a bilancio l’importo necessario al fine di garantire la copertura finanziaria per questo soggetti, ora, chiediamo al governo nazionale di fare la sua parte, a difesa della dignità della Calabria e dei calabresi. Ribadiamo la volontà di stare al fianco dei lavoratori e delle loro famiglie, ci rendiamo disponibili ad essere presenti ai tavoli di contrattazioni con le parti sindacali e di governo, senza più utilizzare la concertazione, ma lavorando per trovare la soluzione integrale e non temporale alla vicenda di questi lavoratori. La Calabria ha bisogno di risposte chiare e definitive».