Operai ex Femotet. Lo Polito prova a fare chiarezza sulla vicenda

lopolito primopiano

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CASTROVILLARI – Ha preferito far chiarezza  attraverso i social, e non è la prima volta . Così Mimmo Lo Polito, Sindaco di Castrovillari è intervenuto in merito alla vicenda degli operai ex Femotet.  Lavoratori che nei giorni scorsi durante l’ultimo Consiglio Comunale hanno esternato tutta la loro rabbia per la mancata retribuzione di alcuni stipendi. Una vicenda  “semplice nelle sue dinamiche”, che “rischia di surriscaldare gli animi senza sbocchi positivi” afferma Lo Polito. I dipendenti avanzano la mensilità di dicembre 2015, la tredicesima mensilità e 16 giorni di gennaio 2016. “Ovviamente le retribuzioni le deve pagare l’azienda non essendo, questi lavoratori, dipendenti del comune” ricorda Lo Polito che entra poi nel merito: “Il comune, davanti all’inerzia del datore di lavoro potrebbe pagare in sostituzione (come peraltro ha fatto nel recente passato). Ma per pagare deve essere debitore verso l’azienda”. Ma ciò non può accadere in quanto “ l comune di Castrovillari ritiene di non essere debitore verso l’azienda e per questo non può pagare”. Pertanto, secondo Lo Polito, “pretendere che il comune, che amministra i soldi della collettività, sborsi 600.000,00 euro per pagare le retribuzioni in sostituzione dell’azienda significa chiedere agli amministratori di distrarre fondi pubblici per finalità diverse”.  Nessuno  “disconosce i sacrosanti diritti dei lavoratori” ma questi “non possono essere soddisfatti con i soldi dei cittadini”. Peraltro, “come tutti sanno, le ultime tre retribuzioni ed il TFR, quando non vengono pagati dal datore di lavoro, vengono indennizzati dal fondo di garanzia presso l’inps. Poi si potrà discutere – continua ancora Lo Polito –  se il comune ha fatto bene o male ad applicare le penali alla vecchia azienda perché non ha raggiunto le percentuali di differenziata o in alcuni giorni non venivano raccolti i rifiuti, compensando crediti e debiti con l’azienda stessa. Ma nessuno potrà costringere un amministrazione a pagare somme che ritiene e lo ha motivato per iscritto, di non dovere”.  Perché “ciascuno dei soldi propri può farne quel che vuole; quando si tratta di soldi pubblici deve finalizzarli a servizi generali. Tanto per chiarire i termini della vicenda, – conclude Lo Polito –  cercando di togliere dalle mani politiche di mestatori di professione onesti lavoratori”.