MORANO CALABRO – La nuova associazione politico-culturale “Laboratorio di idee” ha diffidato nei giorni scorsi il sindaco di Morano De Bartolo al rispetto delle regole con regolare diffida protocollata presso la Casa comunale, a seguito di decisione assembleare che ha spinto il sodalizio a denunciare «il gravissimo episodio accaduto di recente a Morano Calabro dove nelle giornate festive del Carnevale sono stati impiegati ausiliari del traffico in assenza dei requisiti e dei presupposti di legge (art.17, commi 132 e 133, della legge n.127 del 15 maggio 1997 c.d. Bassanini bis e la L. 7 marzo 1986 n. 65 cd. legge quadro sull’ordinamento della Polizia Municipale), nonchè in violazione delle pari opportunità degli altri aventi diritto quali ausiliari del traffico e quali Vigili Urbani, in violazione delle tutele di legge degli stessi operatori abusivi in caso di sinistro o infortunio sul lavoro». L’episodio si riferisce al 4 marzo scorso quando per le strade cittadine più di una persona ha notato che «alcune persone stranamente erano viste operare, dando anche indicazioni di traffico, con l’utilizzo di segni distintivi del Comune di Morano Calabro quali la pettorina “Polizia Municipale” e “Ausiliario del traffico” e la paletta di ordinanza in dotazione alla Polizia municipale del Comune di Morano Calabro, il tutto sotto il naso degli amministratori e degli stessi Vigili Urbani (quelli veri) non intervenuti». «Il valore della legalità – scrive la vice presidente, Gisella Mainieri – non è un vuoto simulacro fine a se stesso ma un valore pregno di contenuti e conseguenze pratiche tra i quali il buon andamento, l’efficienza della Pubblica Amministrazione, le pari opportunità e il rispetto dei cittadini di Morano». Per questo il Laboratorio di idee considera «l’episodio gravissimo e l’ultimo delle vicende di mal governo della gestione De Bartolo: tra le tante l’assenza di un efficiente piano di prevenzione degli incendi sul territorio comunale nonostante la prevedibilità degli stessi a cadenza annuale e a differenza delle iniziative assunte da altri sindaci del cosentino per la stessa emergenza, l’assenza di acqua potabile per molti mesi all’anno nelle case delle famiglie moranesi nonostante il borgo sia ricco di sorgenti, l’intitolazione di una Piazza in spregio di regole e autorizzazioni e con il logo di un partito all’interno (poi oscurato immediatamente dalla stessa Prefettura di Cosenza intervenuta), la pressione fiscale comunale ai massimi livelli, la censura dei giudici della Corte dei Conti sulle finanze dell’Ente bocciate dalla stessa anche a causa di interpretazioni suggestive e campate in aria nell’allocazione delle risorse all’interno della contabilità comunale, il tentativo di censura degli altri partiti politici che spinse alcune forze politiche ad una riflessione sulla libertà di pensiero tutelata dalla Costituzione». Richiesta di chiarimenti, pertanto, è stata ufficialmente protocollata al Comune e secondo il Laboratorio di idee la risposta del Sindaco è stata peggio dell’atto in sè visto che ha giustificato gli agenti in questione quali steward contrariamente a quanto risultava invece manifesto e ammettendo così il suo coinvolgimento nella irregolarità commessa.