FdI: noi interessati alla sovranità sanitaria, non alle lotte personali

ospedale 2

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CASTROVILLARI – «Vogliamo essere propositivi e tenaci, anche se questo significasse mettersi contro apparati del nostro stesso partito». Sul tema della sanità, discusso nel corso dell’ultimo consiglio comunale, i rappresentanti castrovillaresi di Fratelli d’Italia hanno le idee ben chiare: tutti devono fare «un passo indietro» puntando ad un confronto che metta «da parte appartenenze politiche e personali» per trovare «la soluzione ad un annoso problema, ci passi il termine, di sovranità sanitaria del territorio». Nonostante le rassicurazioni arrivate in passato, «la paura è quella di una diminuzione drastica dei servizi nel nostro nosocomio». Nell’ultimo consiglio comunale, che ha discusso proprio del tema sanità, l’amministrazione «che si definisce di tutti, che a suo dire agisce per il bene della cittadinanza» – scrivono da FdI – non è riuscita «a percepire al meglio i consigli arrivati da più parti, da quei cittadini che intendono farsi parte attiva di un processo partecipativo, e che vengono invece percepiti come ostacolo al lavoro istituzionale». Così invece di trovare sintesi e convergenza su un documento che impegnasse l’intero consiglio la querelle politica si è trasformata «nel solito scontro personale». «Le Istituzioni devono ascoltare e rispettare la voce, la protesta motivata dei cittadini ma, poi, l’unica via è quella di farsi carico nei luoghi deputati e nei canali istituzionali pertinenti di fondate proposte, interventi e risoluzioni unitarie che arrivino a tutelare davvero quanto giustamente rivendicato dalla città intera e da tutti i Sindaci del nostro comprensorio di riferimento». Fratelli d’Italia avrebbe preferito che l’esecutivo avesse avuto il «coraggio e le capacità di opporsi all’operazione di vassallaggio in atto nel nostro territorio da parte di certa politica in alcuni casi “amica”. Perché non sono i cittadini a dover stare a fianco dell’Amministrazione comunale, ma il contrario, perché la politica altro non dovrebbe essere che l’espressione della cittadinanza. Del resto, da un consiglio comunale dove gli attori, per la maggior parte, durante le sedute consiliari, non parlano, non discutono, ma – come burattini – alzano la mano, senza conoscere le ragioni del voto e senza neppure aver letto i provvedimenti all’ordine del giorno, non ci si può aspettare molto».