CASSANO – Terza e penultima intervista ai candidati a sindaco della città di Cassano. Oggi è la volta di Franco Tufaro. La sua candidatura è appoggiata da una sola lista: “Ora Cassano” di sedici candidati di cui sei donne.
Si va verso le aree urbane e verso le associazioni di Comuni. L’area urbana Corigliano – Rossano sembra cosa fatta. Lei, se fosse eletto sindaco, a cosa pensa per la Città di Cassano?
L’Europa da un ruolo fondamentale all’associazione dei Comuni e alle Aree urbane. L’Anci, Confcommercio e Imprese hanno sottoscritto un protocollo d’intesa il 2015 per sperimentare una nuova prassi per rallentare o limitare il degrado urbanistico che condiziona in negativo relazioni sociali e attività d’imprese e di commercianti. Cassano deve recitare un ruolo centrale per migliorare il senso di appartenenza al territorio. Bisogna costruire una rete d’imprese umane prima che economiche che possa stimolare tutti a partecipare e a essere corresponsabili, ciascuno con la propria esperienza, professionalità e storia.
Dopo sessant’anni di false promesse, se fosse eletto sindaco a cosa pensa per un reale sviluppo di Sibari?
Potremmo fare un elenco di opere o d’interventi per lo sviluppo di Sibari. Noi riteniamo che questo passi attraverso la sinergia tra cittadini e imprese che si fanno istituzione tutelando e valorizzando tutto il territorio nel quale vivono e lavorano e una politica alta che sappia operare spostando il cuore delle attività di amministratori dal realizzare i risultati programmati o auspicati all’ottenere il loro conseguimento, con il concorso dei soggetti istituzionali, sociali, economici, pubblici e privati. Le direttrici fondamentali su cui lavorare sono: agricoltura – turismo e ambiente. La sfida del mondo rurale deve consistere nell’inventare un nuovo tipo di sviluppo, basato sul dinamismo, sull’organizzazione, sull’innovazione, sulla flessibilità e sulla tutela del paesaggio rurale. Al turismo servono competenze, passione, unità e creatività. Dall’ambiente, oltre al nostro paesaggio già ricco di cultura (storia, arte e archeologia), è necessario tirare fuori ciò che esiste e possiede per creare le condizioni per il lavoro e l’ occupazione, anche dalle emergenze.
E’ opinione di tutti che in un territorio dove sono presenti organizzazioni criminali lo sviluppo stenta a decollare. Cassano e la Sibaritide, purtroppo, non sono immuni a queste presenze. Se Lei sarà eletto sindaco come pensa di far decollare la sua città?
E’ da costruire una comunità solidale che sappia arginare il fenomeno della criminalità organizzata. Bisogna comprendere che purtroppo la criminalità organizzata fa parte della nostra vita sociale condizionando le relazioni, alterando l’economia con le sue risorse finanziarie e insinuandosi nella pubblica amministrazione. Non bastano proclami e manifestazioni, è una questione che coinvolge tutti alla testimonianza, al rispetto e alla pratica delle leggi. E’ inutile richiamare trasparenza e legalità quando in realtà ci si comporta diversamente. La legalità è un’esigenza fondamentale della vita sociale per promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune. E’ necessario un patto sociale che ci richiami alle nostre responsabilità.
La crisi economica e occupazionale investe tutto il Paese. Pur essendo risaputo che le amministrazioni comunali possono fare poco in tema di occupazione, come pensa di poter dare risposte alle richieste di lavoro che le verranno dai suoi concittadini?
Noi riteniamo che si debba tirare fuori ciò che è presente sul territorio, soprattutto: saperi, intelligenze, culture diverse, passioni, tradizioni e arte, per creare condizioni di lavoro e occupazione. Si deve avere la capacità di capire che le risorse interne dell’Ente sono finite, mentre quelle esterne sono infinite e, quindi, si devono sostenere gli approcci partecipativi e la cooperazione per rilanciare l’economia. Si devono creare, attraverso l’uso oculato delle risorse interne e la corretta gestione dei servizi, le condizioni di lavoro per le persone in difficoltà.
La disaffezione dei cittadini dalle Istituzioni e dalla Politica oramai non fa più notizia. Come intende recuperare, e attraverso quali strumenti e azioni amministrative, questo rapporto e far sì che i cittadini tornino ad avvicinarsi alle Istituzioni e alla Politica?
Questo fenomeno degenerativo nasce in un sistema politico che ha perso leader e metodo e soprattutto ha smarrito quello che è il fattore fondamentale di ogni struttura politica: i valori di riferimento. La politica del consenso personale a tutti i costi, il diritto che diventa favore e gli scandali quotidiani sono un macigno sulla spinta motivazionale di troppa gente, soprattutto nei piccoli centri e nelle giovani generazioni. Un atteggiamento molto diffuso negli ambienti istituzionali che dovrebbero servire a stimolare il cambiamento e dove, invece, si sceglie sistematicamente e consapevolmente di delegare ad altri. E’ importante attivare immediatamente le forme di partecipazione (consigli di quartiere, consulte etc.) senza l’ingerenza del politico di turno per far ritornare protagonista il cittadino e farne condividere le scelte.