MORANO CALABRO – Le sottolineature della Corte dei Conti al Bilancio 2015, rilanciate dalla minoranza consiliare di Progetto Morano sarebbero, per il Sindaco Nicolò De Bartolo, «strumentalizzazioni ingenerose e nulla più». Nei giorni scorsi, a seguito del consiglio comunale nel quale si era preso atto dei rilievi mossi dalla Corte dei Conti all’esercizio finanziario del Comune di Morano Calabro, i consiglieri Vincenzo Verbicaro e Maria Teresa Filomena, avevano attaccato all’amministrazione sviscerando il contenuto delle osservazioni. Per il Sindaco si è proceduto «a sanare la situazione apportando i correttivi prescritti» in merito alle «contestazioni di natura prettamente tecnica» che in molti casi «affondano le radici nelle gestioni precedenti, come, ad esempio, i debiti fuori bilancio, i quali anziché in due anni sono stati chiusi in tre, sapendo di poter contare su diversi risparmi». Ma De Bartolo innanzitutto si sofferma sul dato politico che evidenzia come una parte della minoranza avrebbe «utilizzato» la deliberazione dei giudici contabili «per colpire l’Amministrazione e i tecnici che hanno lavorato al bilancio 2015, in primis il responsabile dell’area finanziaria dell’Ente, il dottor Celano, al quale confermiamo la nostra massima fiducia, e poi il revisore unico dei conti». Per il Sindaco della comunità moranese «se fosse vero quanto paventato dai consiglieri d’opposizione, dal momento che le contestazioni attengono al documento economico/finanziario del 2015, dovremmo già trovarci in difficoltà e quelle condizioni si sarebbero già dovute verificare. Ma, come Verbicaro e Filomena sanno, siamo lontani da tale evenienza. Non abbiamo aumentato e non aumenteremo di un centesimo le tasse locali», anzi al contrario sono state diminuite «alcune imposte, vedi la Tari, e continueremo a ridurle nel prossimo bilancio». Rispetto poi al denunciato ritardo nella comunicazione ai consiglieri comunali dei rilievi dei giudici contabili, il documento – secondo l’amministrazione – «è stato portato a loro conoscenza nei modi e nei tempi previsti dalla legge, ossia in sede di riunione dei capigruppo». Ma, sul finale, De Bartolo rilancia la ai suoi oppositori. «Se i consiglieri Verbicaro e Filomena pensano di possedere maggiori e più idonee competenze del sottoscritto e dei tecnici che coscienziosamente hanno elaborato gli atti, anziché asserragliarsi in una opposizione improduttiva, avanzino proposte. Ma evidentemente sono troppo concentrati a leccarsi le ferite di una sconfitta che a distanza di tre anni e mezzo brucia ancora, e che il popolo, non De Bartolo, ha sancito. Esauriti gli argomenti, buonsenso vorrebbe, ora, che quella fetta di opposizione (non tutta) rimasta inefficace, scollata dal proprio elettorato e dalla comunità, traesse le conseguenze del suo fallimento».