CASTROVILLARI – Da quando sono entrati sulla scena politica cittadina non si può certo dire che non si siano fatti notare. L’ultima querelle l’hanno innescata con il capogruppo del Partito Democratico, Nicola Di Gerio, che alle ultime affermazioni di Alleanza Nazionale aveva risposto a tono. Ma il movimento di centro destra – presente in città solo dal novembre 2015 ecco il «fattore temporale» che li porta a non essere presenti in consiglio comunale) – è ritornato a prender parola e ricordare che le affermazioni sulla presunta verifica di maggioranza ha suscitato la «risposta collerica, più di pancia che di testa» infarcita di «disprezzo verso chi, anche se non presente in assise, rappresenta una buona parte degli oltre quindicimila cittadini che non hanno votato PD». Il confronto politico, fra opposte fazioni, «impone correttezza e democrazia. E questo aldilà del fatto che il renziano di ferro Di Gerio ci consideri uno pseudo o falso movimento» continuano i dirigenti del centro destra. Le indiscrezioni prima e le dichiarazioni di alcuni componenti di maggioranza hanno generato la «nostra ipotesi di una probabile verifica di maggioranza e conseguente rimpasto» sulla quale «solo il tempo ci darà ragione o torto». Ma Azione Nazionale chiede a Di Gerio di spiegare «ai castrovillaresi, sulla questione Sanità, come mai il suo partito, che governa Nazione e Regione e con la deputazione cosentina che è la più nutrita, non apre bocca sul fatto che Scura deve essere immediatamente rimosso perché incapace di gestire una malridotta situazione sanitaria. Forse perché Scura è stato scelto da Renzi, e quindi la parola del capo non si discute? Assisitiamo a tavoli di confronto sulla sopravvivenza del nostro nosocomio da Ottobre, addirittura con paventate ipotesi di riaperture importanti come Ortopedia; ma ad oggi i Castrovillaresi ancora aspettano». Ma la querelle non finisce. Anzi. Il neo movimento di centro destra ricorda al capogruppo democrat che «le lotte per la difesa dei posti di lavoro non hanno colore politico». Ed attenendosi ai «fatti» ricordano al consigliere di centro sinistra che insieme al Sindaco Lo Polito nel settembre del 2012 «partorirono la delibera n°138, mettendo le mani sui diritti di istruttoria relativi ai procedimenti gestiti dal SUAP, poi rivisti al rialzo anche dal Commissario Prefettizio» che minano la volontà di un imprenditore che vuole investire in città perchè «deve aggiungere al proprio rischio un importo che va da un minimo di 50 euro per una semplice Scia, anche di chiusura, a 2500 euro per una istanza di apertura di una grande struttura. Ridurle, o addirittura eliminarle, sarebbe un segnale di attenzione verso un settore che, a ragione, è considerato strategico per la crescita della città, ma che soffre enormemente. Si ricordi di questo, il consigliere di maggioranza, quando sarà alle prese con le consultazioni sul bilancio di previsione 2016 con le forze politiche, delle quali, evidentemente, non facciamo parte. I commercianti che vogliono investire in questa città ringrazieranno».