CASTROVILLARI – Il blocco operatorio di Castrovillari, con quattro sale di nuova concezione, costato quasi cinque milioni di euro (importo contrattuale pari a 4.778.400 euro), inaugurato per la prima volta nel 2012 e mai entrato in funzione è stato oggetto di una visita ispettiva del consigliere regionale Carlo Guccione. Accompagnato da Giuseppe Ramundo il consigliere del Partito Democratico ha voluto rendersi conto di persona dell’entità della vertenza su cui da tempo si gioca una grande fetta del braccio di ferro politico istituzionale con la dirigenza Asp e la Regione Calabria. Partiti nel 2008 i lavori per le sale operatorie sono terminati da tempo. L’insegna della porta avvisa: “Blocco operatorio”. «Ma basta superarla per trovarsi davanti all’abbandono più totale. Un lungo corridoio porta agli ingressi delle quattro sale operatorie del presidio ospedaliero di Castrovillari» scrive Guccione in una nota stampa. «All’interno del blocco operatorio sembra non mancare nulla, gli strumenti sono lì pronti per essere utilizzati – afferma Guccione -, alcuni sono ancora incellofanati ma queste quattro sale operatorie – Cardiochirurgia, Ortopedia e due di Chirurgia – sono inutilizzabili, nonostante siano già state inaugurate più volte. Lavori e procedure di collaudo, infatti, risultano in itinere da anni. Il collaudatore, l’undici gennaio del 2018, in una relazione comunicava, esprimendo un proprio parere motivato che l’opera “blocco operatorio e sale operatorie del P.O. di Castrovillari” non è collaudabile. Da allora nulla è cambiato. Le sale sono rimaste lì, abbandonate al loro destino, mentre i chirurghi dell’ospedale sono costretti a ricorrere alle turnazioni per poter fare il proprio lavoro e operare i degenti». Nell’ultimo consiglio comunale di Castrovillari convocato proprio per discutere dei temi relativi all’ospedale Spoke di Castrovillari la questione è stata riaffrontata anche alla presenza del Direttore generale dell’asp cosentina, Raffaele Mauro, che non ha saputo dare tempi certi sulla loro apertura. «La situazione non è delle migliori – ammette il consigliere regionale -, i problemi sono tanti, mancano medici, infermieri e al momento è in funzione una sola sala operatoria, più un’altra di emergenza. È pazzesco sapere che i chirurghi siano costretti a fare dei turni per l’utilizzo della sala operatoria, quando all’interno dell’ospedale esiste un blocco operatorio nuovo, ma inutilizzabile. E parliamo di un ospedale Spoke che ha grandi potenzialità, con personale medico e paramedico qualificato, ma che oggi rischia di non avere i requisiti autorizzativi di legge sia dal punto di vista strutturale che sanitario. Attualmente sono attivi 93 posti letto per acuti su 223 previsti per decreto. In day hospital invece sono attivi 30 posti letto. Questi dati dimostrano che la struttura non riesce a fornire tutti i servizi ospedalieri di eccellenza. E ciò, inevitabilmente, va a incidere sulla salute dei cittadini, aumentando i viaggi della speranza e l’emigrazione sanitaria. Ora è necessario attuare, entro dieci giorni, un cronoprogramma preciso e sottoscritto da tutti i soggetti preposti (Asp, Regione, Commissario) per definire una data certa di apertura del blocco operatorio. L’Asp di Cosenza ha adottato nel frattempo un provvedimento, nominando un consulente al fine di verificare quali interventi siano necessari alla riapertura delle sale operatorie. Adesso però – ribadisce il consigliere Guccione – bisogna stabilire una data certa. Questo blocco operatorio non può rischiare di diventare un altro monumento dello spreco delle risorse pubbliche».
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