Viadotto Italia. La grande assenza dei Sindacati un segnale per Governo e territorio

operai galleria a3

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LAINO BORGO – Forse i più ieri non se ne saranno accorti, troppo impegnati a strappare un selfie con il Presidente del Consiglio, ma tra la folla di autorità civili e militari c’era un’assenza pesante quella delle sigle sindacali nella loro interezza. Le stesse che qualche giorno prima dell’arrivo di Matteo Renzi in Calabria avevano sottolineato l’attesa di una risposta per il territorio ed i lavoratori – in particolare quelli della Ss106 – che a dirla tutta ieri non è arrivata affatto. E’ chiaro nel dirlo Antonio Di Franco che senza mezzi termini esprime il suo dissenso a conferma che l’assenza di ieri delle sigle sindacali di categoria non è stata un caso. «Renzi ed il Governo non hanno come priorità la Calabria e non hanno mantenuto la promessa di aprire i cantieri della 106». Ieri «sapevano che ci sarebbero stati i soliti spot» mentre i lavoratori invece «attendevano le risposte» ai loro bisogni che non sono arrivate. L’unica attenzione del sindacato era e rimane quella verso il lavoratore rimasto coinvolto nell’incidente che gli è costato la vita per la costruzione di questa grande infrastruttura del Paese inquadrato in un cantiere che «è e rimane un buon esempio di contrattazione e di relazioni industriali innovative» anche alla luce del protocollo di legalità voluto proprio dal Sindacato calabrese. Ma per il resto la «situazione calabrese soprattutto infrastrutturale – aggiunge Antonio Di Franco – è allo stremo». Se il Governo davvero pensasse in maniera seria alla Calabria capirebbe che «lo sviluppo della regione è importante». I lavoratori edili calabresi «hanno dimostrato più maturità di tutti nel contribuire con il loro lavoro a dare una grossa accelerazione ai lavori della A3». La stessa maturità che forse si attendevano dal Governo ed i suoi rappresentanti, che però non è arrivata nella maniera sperata. Ieri alla parata sulla Salerno Reggio loro non c’erano per protesta. In compenso i loro posti erano riempiti da tanti amministratori e fans del Governo pronti alla foto ricordo più che al ricordo degli operai che lottano per sopravvivere con i miseri stipendi che non arrivano e dei cantieri che non riaprono.