SARACENA – E’ lì da sempre. Chi conosce il convento dei Cappuccini a Saracena conosce anche che quel dipinto, una copia dell’Ultima cena di Leonardo Da Vinci, è sempre stato una delle chicche più interessanti per coloro che si sono spinti fin lì visitare il luogo che è raggiungibile solo a piedi. Da qualche giorno è servito per riaccendere i riflettori su questo complesso, abbandonato da tempo, di proprietà della Provincia dei frati minori cappuccini di Calabria e che l’amministrazione comunale di Saracena, guidata dal Sindaco Renzo Russo, ha intenzione di riqualificare e restituire «alla comunità di Saracena e alla storia della nostra Regione» ha commentato il primo cittadino. L’epoca e l’autore della copia del famoso dipinto di Leonardo è da sempre ignota, ma di recente una escursione esplorativa condotta sul luogo dalle associazioni “Mistery Hunters” e “Mistyca Calabria” ha permesso di ritornare a parlare del luogo di bellezza più unica che rara, custode silenzioso anche di altre opere. L’opera campeggia in quello che è un tempo era il luogo adibito a refettorio del convento dei Cappuccini a Saracena. Il convento fu fondato nel 1588 e acquisì particolare importanza nei secoli XVII e XVIII, diventando sede del noviziato e luogo di studi (vi trascorse un anno il Beato Angelo d’Acri). Tra alti e bassi chiuse definitivamente nel 1915. L’ultimo utilizzo fu come prigione nel 1917 e 1918. Dell’Ultima cena di Leonardo esistono numerose copie tra le quali, le più famose, sono quella a grandezza naturale del Giampietrino che dalla sua sistemazione originale della Certosa di Pavia si trova oggi al Magdalen College di Oxford e un’altra, più piccola, attribuita a Marco d’Oggiono, dipinta ad olio su tela, esposta al Museo del Rinascimento del Castello di Ecouen, di proprietà del Louvre. La senatrice del Movimento Cinque Stelle, Margherita Corrado, da archeologa e componente della Commissione Cultura del Senato ha raccolto l’appello lanciato attraverso i social media e la stampa dall’Associazione Culturale Mistery Hunters sulla «necessità di un intervento di studio e tutela dell’area dei ruderi del Convento dei Cappuccini di Saracena». «Lo stato di conservazione dell’opera e la carenza di studi appofonditi mi inducono, certa di condividere il desiderio del presidente dell’Associazione Giuseppe Oliva e dell’intera comunità di Saracena, a farmi promotrice presso le competenti autorità di ogni inizitiva utile ad approfondire, indagare e valutare tutti gli interventi volti prioritariamente alla tutela ed alla valorizzazione delle opere – ha scritto in una nota stampa – A breve, coordinandomi con i rappresentanti dell’Associazione e delle Istituzioni compenti, effettuerò un sopralluogo per rendermi conto dello stato dell’arte dei luoghi e della valenza della testimonianza. Ciò nella certezza di poter contribuire a rafforzare le testimonianze storico culturali di cui la Calabria è ricca e che, per troppo tempo, non sono state nell’agenda di molti politici».