CASTROVILLARI – Inaugurato il 9 giugno 2017 con grande soddisfazione dal Sindaco, Domenico Lo Polito, veniva presentato come uno spazio che – riconsegnato alla fruibilità della città e del territorio – doveva ospitare l’Accademia dei Sapori e dei Saperi utile alla «promozione e valorizzazione delle eccellenze e per l’occupabilità diffusa delle nuove generazioni legata alle risorse e vocazioni esistenti con l’agroalimentare». Un tempo mattatoio, lo stabile di Via Sant’Aniceto, salvo un paio di serate musicali, da quel giorno è rimasto chiuso senza mai assurgere al ruolo di «piazza importante – come era stato detto – per mixare talenti ed un laboratorio innovativo del gusto dove il cibo e la cultura saranno filo conduttore di una crescita legata alle radici, alle risorse autoctone ed all’orgoglio di appartenere e rappresentare questo tesoro». A due passi dalla centralissima Via Roma questo luogo doveva ritrovare nuova vita come spazio di utilità sociale anche grazie al progetto #Fattoriadigitale che più di un anno fa era stato vincitore di un bando del Miur. Progetto interscolastico, curato dal gruppo di lavoro nato in seno alla lista Nuovi percorsi, e sostenuto dall’amministrazione locale presentato, anch’esso, proprio nella serata inaugurale in cui l’ex mattatoio fu aperto al pubblico, curioso di questo suo restyling. Eppure le premesse positive c’erano tutte. Nelle linee del progetto presentato all’epoca dal dirigente dell’Itcg Pitagora – Calvosa, Bruno Barrecca, Franca Anna Damico, dirigente dell’Ipseoa Wojtyla, e dal primo cittadino si parlava della realizzazione di un laboratorio per la creatività digitale al servizio del territorio. Un polo laboratoriale ed una palestra di progettazione all’avanguardia che includesse un hub tecnologico e creativo orientato allo sviluppo condiviso di idee e programmi indirizzati prevalentemente alla valorizzazione del territorio. L’obiettivo era creare un modello sinergico tra privati, azienda, istruzione, impresa e scuola e che utilizzasse l’officina digitale per il futuro ed il relativo laboratorio didattico applicato nell’ambito del quale mettere in pratica nuovi modelli di imprenditoria e di economia emergente dal basso. La fattoria digitale – premiata per la sinergia tra gli istituti superiori e quelli del territorio – prevedeva la nascita di piattaforme di web marketing, social innovation cluster e startup accellerator, piattaforme di produzione, distribuzione beni e servizi e di marketing territoriale. Ma dopo ciò tutto si è fermato. Il Sindaco che voleva darlo in gestione in breve tempo ha lasciato, ad oggi, il cancello ancora chiuso. Di tutti gli annunci fatti c’è solo il ricordo sbiadito dal tempo, mentre la struttura – se non verrà utilizzata – rischia di deteriorarsi, come tutte le cose che vengono dimenticate, nel tempo.