ROMA – «Non c’è più tempo, servono provvedimenti più duri». Bastano queste parole del presidente del consiglio, Conte, per anticipare l’estensione della «zona protetta» a tutto il territorio nazionale a partire da domani. Tutti gli spostamenti sono vietati se non per comprovate necessità, in tutta Italia come fino a oggi in Lombardia e nelle 14 province confermando quanto preannunciato il ministro per i Rapporti con le Regioni, Francesco Boccia, parlando di «progressiva omogenizzazione delle regole su tutto il territorio nazionale». Anche oggi giornata campale nel ritmo delle cifre delle persone interessate dal Coronavirus che sono arrivate a 7985 contagiati, oltre 1500 in più in un giorno. 724 guariti, 463 decessi. “Io resto a casa” è la sintesi del Dpcm che sarà operativo da domani mattina e pubblicato stasera in gazzetta ufficiale che sospende tutti gli eventi sportivi, procrastina l’apertura delle scuole al 3 aprile (in precedenza era stato deciso scuole ed università chiuse fino al 15 marzo), vieta qualsiasi forma di aggregazione pubblica in strada o nei locali pubblici e chiude definitivamente le palestre, ad oggi ancora sospese in limbo decisionale se si rispettavano le norme del precedente decreto ministeriale. Gli spostamenti delle persone sono vietati se non per comprovate necessità di salute, di necessità o di lavoro. «Sono pienamente consapevole della gravità e della responsabilità» ha spiegato Conte nel corso della conferenza stampa. «Non possiamo permetterci di abbassare la guardia. E’ il momento della responsabilità e tutti l’abbiamo. Voi cittadini tutti con me. La decisione giusta oggi è di restare a casa. Il futuro nostro è nelle nostre mani».
Anche l’Organizzazione mondiale di Sanità oggi aveva dichiarato che il rischio di pandemia è reale. Dunque non c’è più tempo per scherzare con la diffusione veloce del Covid 19. Ognuno può e deve fare la sua parte, essere responsabile per se e per gli altri.