Studente intrappolato nella scuola dopo il terremoto. Simulazione coinvolge studenti moranesi

prova evacuazione

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MORANO CALABRO – La scossa di terremoto che si è abbattuta sul Comune di Morano Calabro ha sorpreso gli studenti dell’Istituto comprensivo tra i banchi di scuola. Durante le procedure di evacuazione del plesso scolastico uno degli studenti è rimasto intrappolato nell’edificio. Una situazione drammatica, ma per fortuna solo una simulazione ideata dal Gruppo speleo di Morano Calabro per far esercitare i ragazzi alle procedure di evacuazione in caso di evento reale. Un esercizio giocato che ha coinvolto alunni, insegnanti e personale ATA della scuola moranese, guidata dalla dirigente scolastica Elena Pappalardo e coordinati dai docenti Luigi Marcovecchio e Lidia Rende. In una zona ad alto rischio sismico «iniziative simili, opportunamente organizzate, rimarcano l’urgenza di promuovere azioni teorico/pratiche finalizzate alla formazione e alla sensibilizzazione dei ragazzi e della società civile» ha sottolineato il sindaco Nicolò De Bartolo. A condurre l’esercitazione il gruppo speleo del Pollino, presieduto da Roberto Berardi, che ha ideato la calamità naturale per dimostrare sul campo quali sono i comportamenti utili da tenere in caso di emergenza. Dopo la finta scossa sismica tutti gli studenti si sono ritrovati nello spazio antistante la Scuola elementare, adibito per l’occasione a luogo di raggruppamento. Facendo l’appello mancava un ragazzo rimasto intrappolato dentro le mura della scuola. Così, sempre per gioco, i volontari della protezione civile si sono interessati del suo recupero attivando le procedure di rito che si utilizzano nella realtà. «Meglio non accada mai, ma qualora dovesse succedere i nostri ragazzi sanno come comportarsi, cosa fare e soprattutto cosa non fare», ha commentato il sindaco Nicolò De Bartolo a fine addestramento: «Apprezzo molto il lavoro dell’Istituto Comprensivo, insostituibile nel suo ruolo cardine per ogni comunità, e saluto con la solita stima il Gruppo Speleo con il quale collaboriamo da anni. Non è tutto e forse non basta, ma la prevenzione si fa anche partendo dal basso, come ho avuto moro di far rilevare nell’istanza di rifinanziamento dei provvedimenti legislativi in vigore e inerenti la messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico e privato trasmessa settimane orsono al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Abbiamo davvero pochi mezzi, ma proviamo ad esserci. Anche rimanendo accanto alle altre istituzioni, come in questo caso».