CASTROVILLARI – Un viaggio in terra di Sicilia, come riconoscimento per la vittoria della XI Edizione del Premio Libero Grassi che è servito, ai ragazzi del Liceo Classico “G Garibaldi” di Castrovillari, per dare risposta agli interrogativi sulla solidarietà, il senso della giustizia e il valore dell’antimafia. Un vero viaggio di turismo consapevole che per tre giorni ha permesso a studenti e docenti di vivere da vicino la Palermo dell’antimafia offerto dall’organizzazione del Premio Libero Grassi e di «entrare nel vero senso della Resistenza alla criminalità organizzata e di toccarne con mano le tante peculiarità – come ha raccontato la dirigente scolastica, Elisabetta Cataldi – L’emozione del primo premio, la gioia del confronto con altre due scolaresche di Torino e di Pisa egualmente vincitrici nelle altre sezioni, la contaminazione con altri mondi e la scoperta di una parte giusta che si spende per il sociale, non rimanendo indifferente di fronte ai tanti soprusi di oggi e di ieri». Tra sporche trame e coraggio di chi si impegna quotidianamente contro il malaffare e la criminalità organizzata la scolaresca ha camminato «lungo le orme dei “cento passi” che dividevano la casa di Peppino Impastato da quella del boss di Cinisi Gaetano Badalamenti – ha raccontato la referente del Garibaldi, Teresa Magarò – ne abbiamo colto il valore simbolico e ci siamo emozionati di fronte alla biografia di questo giovane, così giusto e tenace; ci siamo commossi ascoltando il coraggioso racconto di Serafino Petta, testimone oculare della strage di Portella della Ginestra e ci siamo inginocchiati di fronte alle pietre che ne ricordavano i caduti; ci siamo sentiti orgogliosi di appartenere al popolo italiano ascoltando l’opera di recupero e di supporto del centro sociale “Santa Chiara”a Ballarò, nel cuore di Palermo; ci siamo indignati osservando le crude e forti immagini del Memorial “No Mafia”; ci siamo inchinati di fronte al signor Tagliavia che a Ciaculli ha lottato con tutte le proprie forze per confiscare il proprio terreno alla mafia; siamo rimasti estasiati di fronte alla bellezza di Palermo, delle sue chiese, dei suoi monumenti, della luce e dei colori dei suoi mosaici, del caldo riflesso del sole sulle sue pietre; perché la Sicilia è un tripudio di anime, un misto di culture, di sapori, di colori, la terra dell’accoglienza e della Resistenza». Peppino Impastato diceva che “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà […]. E’ per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione, ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”. La dirigente ha voluto sottolineare che seguendo questo esempio il Garibaldi è «sulla strada giusta e sempre forte resterà l’impegno della intera comunità scolastica nel vificare il ricordo di Uomini e Donne cui guardare sempre con la riconoscenza e il rispetto che meritano: uomini divenuti involontari eroi per aver semplicemente ma fortemente agito a difesa dello Stato e dei suoi valori supremi».