Siddiavo. Un sito internet per gli studenti detenuti

sito carcere castrovillari

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CASTROVILLARI – E’ stato presentato ieri presso la Casa Circondariale di Castrovillari il sito web www.kutambulula.eu. Sito realizzato dall’Istituto IPSEOA di Castrovillari che da tempo collabora con l’Istituto Penitenziario in diversi progetti. All’interno vi è una sezione curata dalla docente Anna Maria Rubino “Siddiavo” che raccoglie lavori, pensieri e poesie realizzati dagli alunni detenuti della casa circondariale negli ultimi tre anni. Un progetto importante, per certi versi unico, che apre le menti al confronto e al dialogo andando oltre ogni tipo di pregiudizio grazie ad una esperienza che è diventata un percorso educativo teso a valorizzare i concetti di accoglienza e diversità. Questo progetto nasce con l’intento “di rendere visibile l’invisibile” in una società troppo spesso pronta ad etichettare tutto e tutti. Ieri tra poesie, momenti teatrali e musicali curati dai detenuti si è dato modo di conoscere l’importante lavoro svolto in questi anni nelle varie sottosezioni. Il Direttore dell’Istituto Penitenziario Giuseppe Carrà, ringraziando coloro i quali hanno reso tutto ciò possibile, ha rimarcato l’importanza del progetto e il suo significato.  Kutambulula’ nel linguaggio del popolo bantu significa ricevere. “Ciò non traduce semplicemente un ricevimento guidato da criteri individualistici e soggettivi ma stabilisce che, nel farlo, si deve dare il meglio di se stessi, perché chi ospita deve rappresentare tutta la comunità a cui appartiene, comunità che è composta, in questo caso, da tutti gli operatori penitenziari, dai volontari, dagli insegnanti e dalla popolazione detenuta” afferma Carrà che nel suo intervento ha immaginato  “questo laboratorio social agli antipodi – come se fosse una bottega artigiana” che “non è solo un luogo di lavoro, ma anche di trasmissione di una passione alla vita, al bello.  Immaginiamo il carcere come una bottega d’altri tempi ovvero dei luoghi ospitali, ordinati e guidati da un Maestro d’arte che, in questo caso, può essere l’insegnante ma anche il volontario, il sacerdote e tutta quella cerchia di persone che, sacrificando tempo e famiglia, cerca di introdurre un’esperienza che tiene conto di più fattori (relazioni, lavoro, integrazione sociale, autostima, gusto del fare) introducendo positività”.