Server delle Procure vulnerabili. La spy story interessa anche Castrovillari

tribunale castrovillari

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CASTROVILLARI – I server installati in alcune procure italiane, tra le quali anche quella di Castrovillari, erano praticamente scatole vuote che avrebbero dovuto archiviare i dati, anche molto riservati, di inchieste di prim’ordine, ma in realtà allocava dati sensibili su memorie virtuali americane dove chiunque, con una password, poteva accedere e scaricare tutte le informazioni degli intercettati. E’ la spy story calabro – campana che ha coinvolto una società catanzare che ha sviluppato il softwore spia Exodus, venduto ad aziende terze che lo avrebbe utilizzato per le procure d’Italia. Su questo filone d’inchiesta indaga la magistratura di Napoli che attraverso il Gip ha chiesto i domiciliari per l’amministratore della eSurv (la società di Catanzaro), Diego Fasano, e per il creatore del del software, Salvatore Ansani. La tecnica per entrare a spiare una persona era molto semplice: un falso messaggio di un operatore telefonico invitava a scaricare un’app che era il “cavallo di Troia” per poter inserire il virus nel cellulare e captare tutto ciò che passava dal microfono della telefonia. Un vero e proprio sistema di controllo massificato che aveva portato nel tempo a mescolare insieme, nel programma, persone usate come tes da Ansani per validare il software a soggetti sotto inchiesta nelle varie procure.