Senza scrupoli con le prostitue che facevano problemi. In manette un’organizzazione di italiani e stranieri

Zanfini facciolla demarco

Zanfini facciolla demarco

 

CASTROVILLARI – Li hanno definiti persone senza scrupoli di comprovata «efferatezza» pronte a produrre «pressioni e minacce» alle donne che tenevano in “schiavitù” costringendole alla prostituzione sulla SS106. Così cinici ed attenti al guadagno da andarle a riprendere con forza quando si concedevano una pausa per comprarsi del cibo nel vicino centro commerciale di Corigliano, o consigliando loro di vestirsi in maniera più pesante quando alcune chiedevano – soprattutto d’inverno – di rientrare prima per il troppo freddo. Nella notte il personale della Squadra Mobile della Questura di Cosenza, con la collaborazione di personale del Commissariato di P.S. di Rossano, ha dato esecuzione ad Ordinanza Applicativa di Misura Cautelare Personale emessa dal Tribunale di Castrovillari nr. 1548/16 R.GIP, nei confronti di 6 soggetti ritenuti responsabili dei reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Zagor Arpad (30 anni), Kallo Daniel Petru (37 anni), Dinca Petre (51 anni) tutti rumeni, il moldavo Mihai Paul ad oggi latitanti, e Ciro De Caro (50 anni), Angelo De Cicco (59 anni) finiti ai domiciliari sono accusati di aver organizzato una rete di controllo di una decina di extracomunitarie costrette alla prostituzione. Alcuni di loro erano i capi dell’organizzazione, altri i basisti, altri avevano invece di rifornire di viveri durante la giornata le prostitute. Le dinamiche dell’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, ha avuto inizio nel gennaio 2015 allorquando si era notata, nella Sibaritide, precisamente sulla SS 106 e strade limitrofe, la presenza di numerosissime ragazze, anche giovanissime, dedite alla prostituzione. A spiegare i dettagli dell’operazione presso la Procura della Repubblica di Castrovillari è stato il Procuratore Capo, Eugenio Facciolla, insieme a Giuseppe Zanfini, capo della squadra mobile di Cosenza, e Raffaele De Marco, del Commissariato di Polizia di Rossano. Una organizzazione che «operava in maniera spregiudicata» ha dichiarato Facciolla che ha anche sottolineato come nella sibaritide ci sia una «vera e propria ripartizione del territorio». Nel corso della indagine è stato individuato anche un albergo che veniva usato per gli approcci sessuali che però non è stato coinvolto nelle indagini. A comprovare la dinamica dello sfruttamento un corposo materiale foto e video, intercettazioni telefoniche , controlli su strada, appostamenti e pedinamenti, ed in aggiunta anche la denuncia prodotta da due prostitute – ha commentato Zanfini – «che erano state minacciate dal gruppo per aver sconfinato nel territorio di loro competenza». Attualmente risultano attivamente ricercati i cittadini stranieri ed uno italiano colpiti dalla misura cautelare. Nel corso delle stessa operazione sono stati eseguiti numerosi controlli su strada, con l’ausilio del Reparto Prevenzione crimine Calabria, per verificare la posizione giuridica delle prostitute straniere presenti sul territorio italiano. Sono state accompagnate presso gli uffici di Polizia nr. 15 donne di nazionalità albanese, rumena, serba e nigeriana. Nei loro confronti sono stati adottati 3 provvedimenti di espulsione dallo Stato Italiano e nr. 2 denunce per inosservanza alle prescrizioni previste nel foglio di via obbligatorio. Nelle prossime ore saranno eseguiti provvedimenti amministrativi nei confronti delle donne espulse.