SARACENA – Memoria e spiritualità si fondono in una coacervo che si delinea tra identità e fede, tradizione e mito. La festa di San Leone vescovo, patrono di Saracena, è un appuntamento che si perde nella notte dei tempi e ogni anno richiama il fascino e la bellezza delle feste popolari, radicate nella storia di un popolo. E’ la festa di una comunità che rende onore al suo patrono nella vigilia solenne della sua memoria liturgica con un rituale che fonde insieme la preghiera e l’abbondanza gastronomica. Mentre cresce l’attesa per la festa di San Leone, che anima di ritmi, musica e gastronomia contadina il borgo antico di Saracena, è iniziato il calendario degli appuntamenti liturgici con la novena che da domenica 10 accompagnerà fino al giorno della festa popolare che si celebra il 19 febbraio con la santa messa, la suggestiva fiaccolata per le strade della città prevista alle 18.30, al termine della quale inizia il rito profano che regala emozioni e suggestioni uniche alla luce dei “fucarazzi” (i tradizionali falò), della musica popolare e della enogastronomia legata al territorio e alle eccellenze alimentari di Saracena. Un evento storicizzato nella tradizione del borgo delle eccellenze agroalimentari che ripropone ogni anno rituali ancestrali che affascinano i tanti turisti e visitatori che scelgono di lasciarsi coinvolgere dalla commistione popolare e religiosa che resiste ai secoli. In Piazza XX Settembre saranno i volontari della Pro loco di Saracena, coordinati dalla presidente Elisa Montisarchio, ad accogliere i turisti con uno stand che proporrà al pubblico le grespelle tipiche della tradizione saracenara, alcuni piatti della tradizione ed il vino, tutti elementi caratterizzanti della festa, unitamente al fuoco dei fucarazzi. Insieme a loro anche gli studenti e i docenti dell’Ipseoa “Karol Wojtyla” di Castrovillari. «La festa di San Leone – ha sottolineato il sindaco, Renzo Russo, invitando il territorio a partecipare all’evento – è parte del nostro patrimonio culturale e tradizionale, momento a cui partecipa tutta la popolazione, senza distinzione di età, in un carosello di musica e memoria, fede e partecipazione che non ha eguali nel territorio. E’ testimonianza vera del legame profondo di un popolo con la sua storia e la sua intimità più verace e profonda che diventa patrimonio condiviso con quanti avranno voglia di immergersi in questo momento di festa e spiritualità».