CASTROVILLARI – La Cgil alza la voce e lo fa su un tema tanto delicato quanto scottante: la sanità. Giuseppe Guido, Segretario Generale Cgil Comprensorio Pollino-Sibaritide-Tirreno e Vincenzo Casciaro Segretario Generale comprensoriale Fp Cgil si dicono stanchi di «attendere gli eventi» e richiamo l’urgenza di «ritornare alla elaborazione di un sistema sanitario provinciale che tenga tutti dentro, eviti gli egoismi, sia sufficiente e adeguato ai bisogni della collettività, e che sappia reagire a una gestione fondata solo sull’emergenza e non anche sulla pianificazione degli interventi e dei necessari investimenti, a cominciare dal superamento del blocco del turn over, che sta uccidendo la Sanità Pubblica». In una nota congiunta ricordano come negli ultimi cinque mesi il massimo vertice della Direzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale Cosentina sia cambiato numerose volte: da Mauro Direttore Generale a Mauro Commissario, quindi alla De Filippo, poi Fico e, attualmente, Sergio Diego, intervallati da settimane di vuoti gestionali mentre si è ancora in attesa di un nuovo Direttore Generale. Nello stesso periodo, giusto per rendere l’idea della confusione che regna sovrana, Cotticelli ha sostituito Scura alla guida del commissariamento regionale alla Sanità, mentre le polemiche tra il Governo, la Regione Calabria e gli stessi Commissari sono diventate sempre più aspre. «In un contesto così fosco – scrivono i sindacalisti – non ne hanno tratto giovamento né la Sanità calabrese, che ha notevolmente arretrato i suoi già bassi livelli di assistenza, né gli Operatori della stessa Sanità Pubblica, sempre più oberati, sempre più stressati». Da mesi la Cgil denuncia «la gravità della situazione, che sta generando solo sfiducia nel sistema. Così come da mesi stiamo denunciando il peggioramento delle condizioni di lavoro cui sono sottoposti gli Operatori della Sanità Pubblica. La china intrapresa dalla Sanità provinciale è ormai senza freni. Le uniche voci di spesa in aumento riguardano il ricorso al lavoro straordinario; la migrazione sanitaria extraregionale; il contenzioso. Sono indici che ci segnalano che il sistema è pericolosamente prossimo al punto di rottura». Di contro però mancano «spese per investimenti, e che anche ciò che appariva una soluzione per una parte della Provincia, ossia il nuovo Ospedale della Sibaritide a servizio della città di Corigliano-Rossano e dell’intera fascia jonica, rimane ancora oggi una chimera». Inoltre dieci anni di commissariamento hanno cambiato sostanzialmente il modo di concepire la Sanità in Calabria non certo in meglio. «Si paventa il rischio della chiusura di un reparto, o di un laboratorio di analisi, o di una qualunque modifica allo status attuale di un qualsiasi presidio sanitario, e immediatamente si costituisce un comitato civico, o un comitato di Sindaci del territorio interessato, pronti ad alzare barricate a difesa dell’esistente. Ciò la dice lunga su un altro aspetto della questione sanitaria, finora trascurato. In tutti questi anni, si è affievolito il patto fiduciario tra governo della Sanità e Collettività. C’è un vulnus democratico che indebolisce l’intero sistema, anche se i richiamati movimenti di Cittadini e Sindaci dimostrano come il bisogno di democrazia partecipata sia sentito. In realtà, si è indebolito il filtro democratico della rappresentanza politico-istituzionale del Territorio. Da troppi anni, per esempio, non si riunisce la Conferenza dei Sindaci della Provincia, che, lo ricordiamo, è l’organismo democratico di programmazione e di controllo della gestione della Sanità. Ma anche il Sindacato è stato tenuto fuori da ogni attività di programmazione; gli atti aziendali che si sono succeduti negli ultimi anni, infatti, non sono sostenuti da un adeguato confronto. Sembra che la gestione abbia volutamente deciso di tener fuori i soggetti preposti alla programmazione e al controllo, pur di avere le mani libere. I risultati, però, sono sotto gli occhi di tutti».