CASTROVILLARI – Alza di nuovo la voce il comitato in difesa del consultorio familiare di Castrovillari. Dopo la manifestazione di piazza in occasione dell’8 marzo Partito Democratico, Partito Socialista, Giovani Democratici di Castrovillari e le associazioni “Eunomia”, “Oltre la Difesa”, “Amici del Cuore”, Aiga, insieme alla Camera Minorile di Castrovillari sezione distaccata di Catanzaro, Camera Civile “D. Mazziotti”, Centro Sociale Anziani “L’Amicizia”, Centro Aggregazione Sociale Anziani “A. Varcasia”, Accademia Pollineana, Associazione culturale Kontatto, Unac e Cgil hanno scritto ai sindaci del comprensorio Esaro – Pollino, al presidente della Regione Calabria, al Commissario straordinario Asp di Cosenza, al direttore del distretto sanitario ed al coordinatore dei consultori familiari per rimarcare il diritto alla salute del territorio e dei sacrosanti LEA (livelli essenziali di assistenza, ovvero prestazioni e servizi che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini) che oggi mancano proprio in virtù dell’assenza, dal 2011, della figura del ginecologo nel consultorio familiare. Questione che ovviamente va a discapito del servizio pubblico, e facendo diventare i servizi di «ginecologia ed ostetricia ormai servizi ed esclusività private, con forti disagi, discriminazioni e disgregazioni all’interno di un distretto che conta 28 comuni e circa 125.000 abitanti». «Vita breve – scrive il comitato – ha avuto la pur ben augurante “cometa” ottenuta grazie all’assegnazione, a tempo parziale, di un medico di medicina generale, già utilizzato presso il diverso servizio di ginecologia preventiva (peraltro congestionato da problemi anche di ordine strumentale – ecografo temporaneamente fuori uso-), la quale, per ragioni di carattere personale, non potrà garantire più la sua presenza per le prossime mensilità all’interno della struttura familiare. Il Consultorio di Castrovillari non può essere lasciato in stato di progressiva “evanescenza”, illegittimamente privo dell’indispensabile figura del ginecologo di riferimento, prevista per legge dalla normativa istitutiva dei consultori e dalla quella sulla procreazione responsabile, tra l’altro, in spregio alle disposizioni in materia di dotazione organica e finanziaria». Le prestazioni di natura ostetrica sono ormai ridotte all’osso: tra le tante, seriamente “compromesse” risultano quelle legate alle gravidanze di natura patologica, «alle quali si sta dando una limitata e temporanea prevalenza, a discapito di quelle di natura fisiologica». Assente anche la figura dello psicologo, che dopo il pensionamento dello scorso aprile non è mai stato sostituito in maniera stabile. «Gravissima la violazione di legge in corso, soprattutto nei confronti dell’utenza del consultorio (minorenni, adolescenti, donne-madri single, spesso straniere, giovani coppie in difficoltà), che non riesce a ricevere neanche le prestazioni di I livello, rispetto alle oltre 3.000 prestazioni di natura ginecologica fornite nell’anno 2011». La comunità del Pollino «rischia di dover rinunciare al prezioso lavoro di equipe che offriva una struttura di base come il Consultorio Familiare, che per legge deve essere fornito». Per questo il comitato chiede «la ripresa del dialogo tra e con le istituzioni competenti ed invoca immediate e non più evasive risposte da parte del Presidente e del Commissario Straordinario Regionale, dell’Asp competente, dei Dirigenti sanitari del Distretto e soprattutto da parte del Coordinamento Consultori di zona, al fine di una celere e possibile assegnazione delle professionalità preposte all’interno della struttura familiare».