ROTONDA – Molti lo vorrebbero sul banco degli imputati e additano il Parco tra gli enti che avrebbero dovuto fare di più o meglio per evitare la tragedia del Raganello. Ma il Presidente dell’Ente Parco, Domenico Pappaterra, non ci sta ad essere tirato in ballo in questo tritacarne mediatico e giustizialista che oggi cerca di scaricare su qualcuno le responsabilità di quanto accaduto il 20 agosto. Dalla sua posizione di Presidente dell’Ente che «ha un compito che è esclusivamente di natura di tutela ambientale» ribadisce che il compito del Parco è quello di «guardare al mantenimento dell’ecosistema che è l’habitat delle gole. I nostri uffici – sottolinea – hanno lavorato ad una ipotesi di regolamento che abbiamo trasmesso ai comuni ed il comune di Civita era l’unico comune che aveva apprvato questa ipotesi». Ma per il resto ci tiene a ribadire che «noi siamo gli ultimi che possono essere chiamati in causa rispetto ad una vicenda di questo tipo. Anzi potremmo essere parte lesa: tutte le politiche di questi anni, improntate alla crescita del turismo sostenibile in questa area, rischiano di essere minate da una vicenda simile». Altra è la questione politica. «Se c’è un problema politico è altra cosa». Se qualcuno avesse la voglia di esprimere la volontà politica di chiedere la sua rimozione alla guida dell’Ente Parco «possono proporlo e dirlo» aggiunge Pappaterra che nella sua storia politica non si è mai «sottratto» a giudizi e verifica di questa natura. Ma se si stratta di mettere a giudizio l’attività dell’ente allora «la difendo a spada tratta» continua il presidente del Parco. «Quando sono arrivato alla guida del Parco era un’ente tramortito da ogni punto di vista, aveva perso la credibilità e la decenza persino sul piano delle relazioni istituzionali. Oggi ha due riconoscimenti Unesco è entrata nella rete della Carta Europea del Turismo Sostenibile» e paesi piccoli come «Civita anche grazie al nostro lavoro hanno costruito questa grande ipotesi di sviluppo». In queste ore il Parco del Pollino sta preparando la relazione tecnica da inoltrare al Ministero dell’Ambiente.