Privatizzazione di Poste Italiane. Mercoledì sit-in di protesta

poste italiane

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CASTROVILLARI – Si ritroveranno su Via dell’industria, di fronte la filiale cittadina, per denunciare, alla cittadinanza ed al comprensorio, la contrarietà alla privatizzazione di Poste Italiane. Le segreterie provinciali di Cisl Slp, Failp Cisal, Confsal Comunicazioni, Ugl Comunicazioni annunciano il sit-in di protesta che si svolgerà mercoledì 22 marzo a partire dalle ore 9.00, proprio nei giorni in cui in parlamento si discute la privatizzazione della più grande azienda di servizi postali del Paese. «A rischio – scrivono le segreterie provinciali di categoria – la funzione sociale di poste, il suo presidio in ogni dove, anche nei centri più periferici e marginali del paese, dove la nostra azienda è ancora percepita come un presidio istituzionale, un grande asset infratrutturale al servizio della collettività e del tessuto imprenditoriale della nostra economia». Con questa operazione di privatizzazione tutto è a rischio «unitamente alla garanzia dello Stato sui prodotti finanaziari che sino ad oggi, pur con redimenti minimi, ha sempre protetto i risparmi degli italiani». La denuncia delle sigle sindacali è che si vuole «trasformare poste italiane in una vera e propria banca, con rischio di introduzione di quelle dinamiche di rischio speculazione che tanti danni hanno prodotto alle economie di imprese e di interi nuclei familiari. Il processo di completa finanziarizzazione sta sottraendo risorse ed attenzioni al recapito, è a rischio l’intera tenuta del settore». Secondo Cisl Slp, Failp Cisal, Confsal Comunicazioni, Ugl Comunicazioni l’azienda non mostra più «alcun interesse sul servizio universale che è obbligata ancora a garantire attraverso i propri centri di recapito, sia per le sovvenzioni che riceve dallo stato, sia in ossequio all’osservanza di un diritto di cittadinanza ancora in essere in favore dell’intera collettivita». La preoccupazione più grande è che il Paese stia perdendo «un pezzo importante del suo patrimonio, per pochi danari, per un ennesimo regalo offerto alle solite oligarchie economiche e finanziarie. Se la completa privatizzazione andrà a buon fine, l’intero paese perderà, l’intero paese sarà ancora più povero». Per questo occorre informare i cittadini e scendere in piazza.