Privati provano a fare business con l’accoglienza migranti. Il comune: ci opporremo

riunione cas protesta

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CASTROVILLARI – Riunione dai toni accessi in sala giunta, al primo piano del palazzo di città per l’ipotesi – molto concreta – che alcuni privati in città stiano provando a fare business con l’accoglienza migranti. Da alcune indiscrezioni, infatti, pare che al bando della prefettura che scade il 28 maggio e consente ai privati di mettere in piedi strutture di accoglienza destinate ai Cas (centri di accoglienza straordinaria), abbiano aderito ben tre privati. Il piano di ripartizione della Prefettura – che tiene conto della densità di abitanti in ogni comune – assegnerebbe ben 95 migranti alla città di Castrovillari. Tenuto conto che 20 fanno già parte dello Sprar voluto dal comune, ne resterebbero altri 75 che potrebbero finire nella rete del business sul quale i privati vorrebbero mettere le mani. In Comune sono arrivati i cittadini che abitano nelle zone dove i privati vorrebbero inserire i Cas, preoccupati di ciò che potrebbe accadere con l’arrivo di migranti che sono ben diversi dai richiedenti asilo ospitati da sei mesi, invece, nello Sprar gestito dal Comune. Preoccupazioni che sono esplose in tutta la loro virulenza sostenute da una parte politica di centro destra da sempre contro ad ogni tipo di accoglienza e che ha provato a soffiare sulla brace delle preoccupazioni per poter alimentare la polemica politica. L’amministrazione comunale, dal canto suo, ha determinato la sua posizione dichiarandosi estremamente contraria al centro di accoglienza straordinaria e si è detta pronta ad apporsi con tutte le procedure legali a questa decisione e volontà dei privati. Lo spirito di accoglienza voluto dall’amministrazione è quella della «integrazione» e non del «ghetto» hanno dichiarato il sindaco, Domenico Lo, Polito e l’assessore alle politiche sociali, Pino Russo. Si è già scritto al Prefetto Tomao per sottolineare, poi, che secondo la “clausola di salvaguardia” promossa dall’Anci (associazione nazionale comuni italiani) i comuni che come Castrovillari hanno già aderito allo Sprar non possono essere sede anche di un Cas. Pertanto la volontà di Castrovillari – rispettando la dinamica della gradualità di integrazione – è quella di essere disponibili da subito ad accogliere altri 20 richiedenti asilo nello Sprar ma non di permettere ai privati di fare business sulla pelle dei migranti. Questione che verrà ribadita in un incontro con il Prefetto che verrà richiesto con urgenza e dopo il quale l’amministrazione incontrerà di nuovo i cittadini preoccupati della “invasione” di migranti senza controllo. Per ora i nervi restano tesi. In molti momenti della riunine lo scontro verbale tra i rappresentanti di Fratelli d’Italia e dell’amministrazione è stato duro ed aspro.