CASTROVILLARI – Spacciavano e controllavano il territorio, sicuri che nella roccaforte compresa tra Capo Lanza, Via Fiume e Timpone Rosso nessuno li avrebbe mai trovati. Spregiudicati e sicuri di se, dialogavano tra di loro e con i loro puscher e clienti utilizzando non più i dialoghi cifrati tramite telefonata, ma messaggiando o parlando attraverso i nuovi social network, per evitare di essere intercettati dalle forze dell’ordine. Whatshapp e Face Time erano i nuovi canali utilizzati per fissare appuntamenti per la consegna ed il ritiro delle sostanze stupefacenti, per le quali, due gruppi ben distinti, si erano spartiti il territorio di Cassano all’Jonio, nella roccaforte dove la criminalità organizzata vive e si alimenta, contando anche sulla connivenza del tessuto sociale. Ma in realtà, tra quei vicoli e nei luoghi dedicati allo spaccio, le forze dell’ordine c’erano con le innovative tecniche di indagine ed intercettazione che sono valse il plauso, per i Militari del Comando Compagnia Carabinieri di Castrovillari agli ordini del Capitano Giovanni Caruso, da parte del Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, del sostituto procuratore, Antonino Iannotta (che hanno coordinato le indagini) e del Colonnello Pietro Sutera, comandante del reparto provinciale dei Carabinieri di Cosenza. In manette sono finiti in 17 con ben sessantatrè capi di imputazione, definiti dopo un anno di osservazioni e pedinamenti, partiti da un caso di estorsione (il cosidetto cavallo di ritorno) ricostruito dai Militari con dovizia di particolari e ricostruzione di appuntamenti per chiedere 13 mila euro in cambio di mezzi agricoli ribati ad un imprenditore di Spezzano Albanese, che è costato la galera a tre degli indagati interni alla cosca degli “Abbruzzese/Zingari”, operante in Cassano all’Ionio e nei centri limitrofi. La custodia cautelare in carcere è stata assegnata a Leonardo Abbruzzese, Giovanni Arturi, Francesco Orsino, Rocco Milito, Francesco D’Amati, Nicola Damiano Marotta, Pietro Milito, Leonardo Jonni Bevilacqua, Giovanni Spataro. Arresti domiciliari sono finiti Adamo Sabato, Andrea Siciliano, Antonio Milito, Gianluca Misuraca, Oscar Sulla, Matteo Zaccaro, Pietro Milito.