MORMANNO – Si è tenuta nei giorni scorsi a Mormanno la prima edizione della Giornata della legalità. Per l’occasione l’Amministrazione comunale organizzatrice dell’evento ha avuto un ospite d’eccezione come il Comandante Alfa del GIS (Gruppo d’Intervento Speciale) dell’ Arma dei Carabinieri. L’incontro tenutosi nel Cine Teatro cittadino si è aperto con i saluti istituzionali del Sindaco Giuseppe Regina e del Presidente del Parco del Pollino, Mimmo Pappaterra, presenti inoltre, il vicesindaco Paolo Pappaterra e gli assessori Flavio De Barti e Giuseppe Fasano. Il GIS nacque nel lontano 1978 per opera dell’allora ministro degli interni Francesco Cossiga, con l’intento di affiancare un gruppo operativo alle investigazioni anti-terrorismo., Il Gruppo di Intervento Speciale dell’Arma dei Carabinieri diventa la punta di diamante dell’Arma per missioni ad alto rischio, contro il terrorismo, liberazioni ostaggi, cattura dei più pericolosi criminali, in azioni in Italia e all’estero. Il leader di questo reparto viene ribattezzato dai suoi uomini “Comandante Alfa”, un militare obbligato ad indossare il mefisto nero, che crede decisamente nella lotta per la libertà e la democrazia al servizio delle istituzioni. Una vita straordinaria la sua, vissuta nell’ombra e sconosciuta ai più, e per questo incredibile. L’incontro è entrato nel vivo con l’ingresso del Comandante Alfa, dopo la visione di un video che ripercorreva le sue azioni. Un curriculum di tutto rispetto, che va dalle operazioni sia sul teatro medio-orientale che sul territorio nazionale con le missioni più delicate e rischiose della storia d’Italia degli ultimi decenni. Il comandante, intervistato dalal giornalista Anna Rita Cardamone, ha raccontato della sua esperienza di vita, partendo dagli anni in cui appena 17enne decise di intraprendere la scelta di abbracciare l’Arma, scegliendo la via della legalità, pur provenendo da un contesto difficile e ricco di insidie come quello di Catelvetrano nel profondo sud della Sicilia, “ dove la cultura mafiosa ancora esiste, dove abbiamo ancora uno dei più grandi ricercati al mondo Matteo Messina Denaro. Non nascondo che sono stato attratto dalla parte del male perché giocavo con i figli di mafiosi dove avevano tutto, soldi, motorino, io piano ho cominciato a capire, con degli episodi che mi sono successi ho cominciato a capire che stavo andando dalla parte sbagliata. Importante è fondamentale l’apporto della mia famiglia e soprattutto mio nonno. Una carriera entusiasmante senza pentimenti; “ l’unico rammarico che ho è quello di non essermi goduto l’infanzia dei miei figli, cresciuti bene, ha sottolineato grazie a mia moglie che ha fatto loro da madre e da padre una donna e che ha vissuto nell’ombra e continua a farlo lei mi diceva sempre “ tu pensa a tornare a casa sano e salvo, al resto ci penso io”. Una carriera entusiasmante, della sua battaglia per la legalità, passando per diverse esperienze sul campo in più missioni antiterroristiche in Italia e in contesti di guerra internazionale dall’Afghanistan, all’Iraq, all’ex Jugoslavia al Medio Oriente. «La legalità è libertà di movimento, senza paura di essere arrestato, se si vive nella legalità non si deve temere nulla” . Un’esperienza che ha voluto raccogliere in tre libri: “Cuore di rondine”, “Io vivo nell’ombra” e l’ultimo “Missioni Segrete” editi per Longanesi, per il quale viene invitato a presentare in tutta Italia con dibattiti pubblici nelle scuole e il cui ricavato è devoluto ad ospedali pediatrici in tutta Italia. Con parte del ricavato l’ultimo libro ha acquistato attrezzature per il reparto pediatrico dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Prossimo obiettivo, l’apertura di una scuola d’istruzione per le forze armate a Roma nord, dove formare dei giovani entusiasti, mossi dal senso della legge e dello Stato.