CASTROVILLARI – E’ una storia di ordinaria burocrazia malata che non si ferma a guardare i bisogni del malato quella che raccontiamo attraverso la denuncia di una malata di spondilite anchilosante (foto fondazioneveronesi.it). Lei ha 37 anni ed oltre ad essere affetta dal cosiddetto morbo di Bechterew, vale a dire pelvispondilite anchilopoietica o spondiloartrite anchilosante (forma di artrite ad eziologia autoimmune e genetica) inserita nel gruppo delle Malattie Reumatiche Infiammatorie Croniche, Autoimmuni e degenerative, soffre anche di ipotiroidismo e diabete. Un quadro clinico (definito con il codice 054 di esenzione) che le permette di accedere, senza pagamento del ticket, ad alcuni esami necessari per controllare il suo stato di salute. Nel catalogo degli esami con esenzione per la sua patologia del registro della Regione Calabria, che dovrebbe essere adottato anche dall’Asp di Cosenza, l’esame del sangue Gamma Gt rientra tra questa tipologia di prestazioni con esenzione. Ma da qualche tempo la signora, castrovillarese, recandosi allo sportello di prenotazione unica dell’ospedale di Castrovillari si è vista sbattere in faccia la risposta che questo esame deve essere pagato. Dai computer in dotazione al personale in servizio al Cup, infatti, nell’elenco delle prestazioni con esenzione per la sua patologia non risulta possibile accedere gratuitamente a questo esame del sangue. Colpa del non allinamento dei programmi in dotazione all’Asp con le nuove regole del sistema sanitario regionale che dallo scorso anno, invece, prevedono che l’esame Gamma Gt possa essere ottenuto (da chi soffre di spondilite anchilosante) in maniera gratuita, senza il pagamento di alcun ticket sanitario. La donna malata e già piagata dalla sua patologia non ci sta a subire questo sopruso frutto di una cattva gestione amministrativa delle modalità di accesso alle prestazioni mediche. Così ha deciso di sporgere formale denuncia protesta nei confronti della direzione sanitaria dell’ospedale di Castrovillari che, registrando che non si tratta del primo caso di disguido riferito a questo tipo di patologie, ha promesso di farsi garante di una segnalazione ai vertici dell’Asp. Per ora, però, la 37enne ammalata non ha potuto effettuare l’esame del sangue, a meno che – gli è stato risposto – fosse disposta a farlo a pagamento. Ma la donna ha sbattuto i pugni dichiarando che questa, oltre ad essere una battaglia di civiltà, è una questione di principio che va risolta nell’interesse dei malati che soffrono di questa ed altre patologie similari oggetto di disfunzioni amministrative. Da più di un anno, infatti, la Regione Calabria ha cambiato i Lea ma non ha aggiornato il programma di gestione delle prestazioni mediche nei computer delle aziende sanitarie. «Qui – dichiara la donna – bisogna garantire un diritto a chi ogni giorno lotta con una malattia che complica la vita».