CASTROVILLARI – Duecento anni di storia ricordati e festeggiati questa mattina presso la Casa Circondariale di Castrovillari dal Corpo di Polizia Penitenziaria. All’interno della sala convegni “Giuseppe Milias”alla presenza di autorità civili e militari il Comandante del Corpo Commissario Leonardo Gagliardi e il direttore della Casa Circondariale Maria Luisa Mendicino hanno ringraziato il personale tutto e ricordato l’evoluzione normativa che ha accompagnato la crescita e la capacità della Polizia Penitenziaria di adattarsi ai profondi cambiamenti che hanno caratterizzato la nostra società ed a conformare il proprio operato a quelle che sono le politiche di gestione detentiva del momento. Gli Agenti di Custodia attraversano due secoli di vita, era il 18 Marzo 1817, quando il re Vittorio Emanuele I di Sardegna approva il corpo dei Soldati di Giustizia, affidando loro il compito della gestione interna delle carceri, hanno quotidianamente il compito di riabilitare o rifondare le coscienze dei detenuti, un incarico di custodia che diventa anche di buon esempio. Un lavoro che richiede equilibrio esemplare e grande saggezza messa in campo attraverso la consegna dalla società di chi l’ha offesa e ferita e sostenerne la sofferenza trasformandola poi in percorso di vita. Un percorso di vita su cui si è soffermato Monsignor Francesco Savino, Vescovo della Diocesi, il quale dopo aver fatto “i migliori auguri al Corpo” ha rimarcato come “ad ogni detenuto va data la possibilità di un processo rieducativo per poter essere riammesso nella comunità del consorzio umano per essere cittadino attivo e responsabile”. Parole d’elogio sono arrivate anche dal Prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao che ha evidenziato il “ruolo fondamentale della Polizia Penitenziaria”. La cerimonia è stata anche l’occasione per ricordare chi non c’è più ed ha speso la propria vita per questa divisa. A fine cerimonia sono stati consegnati attestati di Lode al personale che si è distinto nello svolgimento del servizio che sono andati al Commissario Carmine Di Giacomo e all’Assistente Giuseppe Fortunato.