CASTROVILLARI – Non ci sono più dubbi sulla regolarità del voto amministrativo che nel giugno del 2015 portarono alla elezione di Domenico Lo Polito Sindaco della città. La sentenza del consiglio di stato respinge l’appello presentato dal candidato delle liste civiche, Peppe Santagada, in opposizione alla sentenza del Tar Calabria che un anno dopo le elezioni amministrative definì irricevibili ed inammissibili le motivazioni dei ricorrenti. La sezione terza del supremo organo di giustizia amministrativa presieduto da Marco Lipari (Manfredo Atzeni, estensore, Pierfrancesco Ungari e Raffaello Sestini consiglieri) ha confermato l’impianto e la validità delle argomentazioni del Tar Calabria scrivendo definitivamente la parola fine sulla querelle giudiziaria seguita al voto popolare che per soli 11 voti di differenza aveva decretato la vittoria di Domenico Lo Polito. Per Santagada quella elezione fu accompagnata da «gravissime illegittimità» compiute nel corso delle operazioni elettorali «sin dal procedimento di ammissione delle liste» e continuate «nella procedura di rilascio dei certificati elettorali, nell’ammissione al voto assistito, nel divario tra schede autenticate, scrutinate e non utilizzate, nell’attribuzione dei voti». Ma i giudici romani hanno definito «infondata» la doglianza dell’irregolare autenticazione delle firme a sostegno di Lo Polito in quanto il cancelliere tirato in ballo nella vicenda svolse «comportamenti che attengono al corretto svolgimento degli obblighi di servizio» e ribadendo che «non esiste alcuna norma che alla violazione degli obblighi di servizio faccia conseguire la nullità delle autentiche». Il ricorrente – difeso dall’avvocato Morcavallo – chiese la nullità dell’autenticazione del candidato Lo Polito in quanto priva di data e luogo. «Infondata» anch’essa secondo i giudici visto che «la sottoscrizione è stata apposta in presenza del certificatore». Nessuna scheda ballerina fu presente nella elezione del sindaco di Castrovillari. Le ombre gettate sulle operazioni elettorali svoltesi nella sezione n. 4 dove non risultò la necessaria corrispondenza fra i numeri delle schede autenticate, votate e residuate è circostanza che «non conduce alle conseguenze a essa attribuite dall’appellante» scrive la terza sezione del consiglio di Stato. Come già affermato il 30 giugno 2016 n. 2950 affrontando un caso analogo, i giudici sottolineano che «tale elemento può portare all’annullamento delle operazioni elettorali e della proclamazione degli eletti se viene dimostrata la sua concreta incidenza sul risultato elettorale, non essendo sufficiente un mero dubbio. E’ palese, infatti, che la volontà espressa dagli elettori può essere sovvertita laddove si riscontrino positivi elementi circa l’irregolarità della sua ricostruzione da parte delle sezioni elettorali, in mancanza dei quali la volontà popolare deve essere rispettata». Per Lo Polito la sentenza rispristina «una grande verità: nessuna irregolarità nello svolgimento delle elezioni a Castrovillari. Né per quanto riguarda le autenticazioni e le ammissioni e neppure nell’attribuzione delle preferenze. Soltanto il disperato tentativo di sovvertire ad ogni costo il voto democratico. Resta aperta tutta la partita relativa alle dichiarazioni di responsabilità di coloro che avevano attestato irregolari attribuzioni di voto rivelatesi inesistenti. Ora si aprirà su questo tema una partita nuova di responsabilità morali e forse giudiziarie». Viva soddisfazione è stata espressa dai difensori di parte appellata Giancarlo Pompilio, Claudia Parise, Demetrio Battaglia ed Alfredo Gualtieri sull’esito della vicenda giudiziaria. Si ribadisce che «al pari della statuizione del TAR Calabria, anche il Consiglio di Stato, reputa poi, che l’attribuzione dei singoli voti nelle sezioni sia sostanzialmente corretto». Ora non ci sono più alibi nè ombre. Ad ognuno il proprio ruolo da svolgere nell’interesse collettivo e non di parte. Senza fronzoli ed orpelli. Senza chiacchiere e beghe inutili. Lo Polito faccia il Sindaco con il mandato che un quarto della città gli ha assegnato, provando a ricucire lo strappo con l’opposizione e quella metà di città che non è andata al voto, perchè delusa dalla politica. Santagada svolga il ruolo di opposizione garantendo al suo quarto di elettori la rappresentanza che merita sapendo che neanche lui ha tanto da sorridere. Si è candidato come la vera alternativa al sistema dei partiti ma non ha saputo conquistare l’interesse di metà della città che non lo ha ritenuto evidentemente alternativa credibile per il governo della città. Le passate elezioni hanno rappresentato un frattura profonda tra i cittadini e coloro che si ergono ad espressione civic – partitica della politica locale. Maggioranza ed opposizione, invece di continuare a litigare sugli undici voti di scarto, hanno da compiere un percorso virtuoso per recuperare la credibilità amministrativa con la città che non vuole saperne di sigle e personalismi. Di offese e qualunquismi. In vista delle prossime amministrative quei cittadini, ed anche tutti gli altri, attendono candidati credibili, non con il dito puntato sugli avversarsi, ma pronti a mettere in campo progetti veri di rilancio di una realtà profondamente in crisi e che è sotto gli occhi di tutti.