CASTROVILLARI – Dal nord al Sud del Paese tutti gli stabilimenti Italcementi hanno proclamato lo stato gi agitazione. Cementerie e centri di macinazione sono così uniti dalla stessa protesta decisa dalle organizzazioni sindacali dopo che il tavolo del 29 novembre a Roma, tenutosi presso il Ministero dello Sviluppo economico, non ha dato i frutti sperati. L’azienda si è presentata senza un piano industriale che rendesse esplicito come volesse organizzare la produzione in Italia anche a seguito dell’acquisizione di Cementir e Cementir Sacci da parte della multinazione tedesca Heidelnerg. Inoltre dopo aver dichiarato nel confronto sindacale di non essere disposta ad intregrare il trattamento di Cigs disdettando di fatto parte degli accordin sindacali, non si è detta neppure disponibile a ritirare la procedura di licenziamento consentendo la prosecuzione del trattamento di cassa integrazione. A questo si aggiunge che il Governo Conte «oltre a dare una interpretazione faziosa secondo la quale la prosecuzione della Cigs è negata ai lavoratori che hanno aderito al piano sociale ha sostenuto che negli anni passati l’utilizzo degli ammortizzatori sociali è stato richiesto solo per “spostare il problema” degli esuberi e non per risolverlo – è scritto nella nota stampa nazionale – Di conseguenza la proroga della Cigs non è un atto dovuto». Così Fillea Cgil e Filca Cisl da stamane, di come accordo con gli altri stabilimenti sparsi nel Paese, hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione che potrebbe evolvere in forme nuove e più dure di protesta se entro il 17 dicembre non arriveranno notizie rassicuramti sulla sorte degli ammortizzatori sociali. Entro quella data, infatti, tutti i lavoratori degli stabilimenti Italcementi si ritroveranno a Roma sotto il Ministero del Lavoro per manifestare contro questo stato di cose che se attuato creerebbe «un precedente grave nella gestione delle crisi aziendali perchè verrebbero penalizzati i lavoratori che aderiscono a piano sociali». Qui sul territorio, rilanciando le tematiche di vertenza nazionali, si chiede alla multinazionale tedesca Heidelberg di «rispettare gli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali e il governo deve assumere una posizione chiara rispetto alla protezione sociale di 347 lavoratori Italcementi».