Io d’amore non muoio. La Cisl festeggia l’8 marzo con le detenute castrovillaresi

LOCANDINA SPETTACOLO TEATRALE IO DAMORE NON MUOIO 6

LOCANDINA SPETTACOLO TEATRALE IO DAMORE NON MUOIO 6CASTROVILLARI – Portare in carcere i disagi sopportati lungo i secoli e raccontare ai detenuti ed alle detenute quanto è avvenuto in Calabria contro le donne e contro i bambini negli ultimi trent’anni. Il Coordinamento Donne Regionale della Cisl, diretto da Nausica Sbarra, festeggia quest’anno un 8 marzo diverso da solito proponendo all’interno del penitenziario di Castrovillari, lo spettacolo teatrale “#Iodamorenonmuoio” tratto dall’omonimo libro del giornalista e scrittore calabrese Arcangelo Badolati. L’io recitante della piece è lo stesso Badolati accompagnato in scena dall’attrice Federica Montanelli, allieva prediletta di Enzo Garinei una delle figure più importanti del teatro italiano. «Abbiamo scelto di portare la cultura e il teatro d’impegno sociale nel penitenziario dove sono pure detenuti i sex offenders» dichiara Nausica Sbarra «per far comprendere quanto inutile sia il ricorso alla violenza e dimostrare, al contrario, come l’amore vero sia fatto di condivisione e reciproca solidarietà e non di possesso e costanti soprusi. Lo spettacolo racconta il dramma vissuto dalle donne cresciute negli ambienti della ‘ndrangheta come di quelle uccise da ex mariti ed ex fidanzati. E’ un pugno nello stomaco che offre, tuttavia, anche molti messaggi di speranza». Lo schema della rappresentazione è il racconto del giornalista e scrittore calabrese, accompagnato da musiche, cui si alterna la recitazione di brani tratti da atti giudiziari o da capolavori della letteratura mondiale a cura dell’attrice Federica Montanelli. Nella piece s’incrociano i fatti di cronaca con le pagine più significative della storia e della letteratura svelando le tante analogie esistenti tra il passato e il presente. Badolati ripercorre le esistenze di donne ribelli come Maria Concetta Cacciola, Tita Buccafusca e Giuseppa Mercuri; di donne assassinate come Roberta Lanzino, Maria Rosaria Sessa, Fabiana Luzzi; di mamme uccise dai figli come Patrizia Schettini e Patrizia Crivellaro; di donne “schiave” come Ruza Sanis costretta a battere sulle strade della Penisola. E, poi, di donne straordinarie come Antigone, Artemisia Gentileschi, Beatrice Cenci, Giovanna d’Arco, Olympe de Gouge, Ipazia d’Alessandria, Oriana Fallaci, Margherita Sarfatti, Alda Merini. Lo spettacolo regala pure un’ampia finestra sugli uomini che hanno cantato l’amore: Dante, Shakespeare, D’Annunzio, Cocteau, Fò, Ungaretti, Hikmet, Prevert. «Questo tipo d’impegno a favore delle donne in un mondo difficile come quello carcerario – conclude Nausica Sbarra – è una scommessa che vogliamo vincere».