CASSANO ALL’JONIO – Sono stati giorni di tensione e fiato sospeso quelli che hanno interessato Cassano che è stata praticamente avvolta per due giorni dalle fiamme, probabilmente di origine dolosa, e che ha visto operare decine di uomini dei vigili del fuoco e di Calabria Verde nelle operazioni di spegnimento. Le fiamme hanno riguardato diversi punti della campagna circostante e soprattutto hanno messo a rischio il Santuario della Madonna della Catena, luogo simbolo della spiritualità cassanese nella valle dell’Eiano. Le fiamme hanno lambito la cupola del monastero e si è temuto il peggio anche per tante abitazioni nelle vicinanze del luogo di preghiera. Le attività di spegnimento sono state supportate da canadair ed elicotteri. Il rogo sviluppatosi poco dopo le 15 del 2 agosto è durato per oltre venti ore ed ha visto l’intervento anche di tanti volontari. Aggrediti dalle fiamme centinaia di ettari di terreno, mandando in fumo anche diverse piante di ulivi secolari. Passata la paura il vescovo di Cassano all’Jonio, Monsignor Francesco Savino, ha scritto un messaggio: «convertitevi, vi dico, convertitevi! Voi che pensate di ricavare un qualche vantaggio, personale o di qualche lobby che vi assolda: convertitevi a Gesù, Il Signore! Spegnete le micce con cui, nella stagione del gran caldo, ritornate ad appiccare il fuoco per cui vengono distrutte aziende agricole e di allevamento, quelle poche che sussistono nel nostro territorio, minacciando abitazioni e perfino un santuario molto caro alla religiosità del popolo cassanese, il Santuario della Madonna della catena. Il mio è un appello che, ricordando quello di San Giovanni Paolo II in Sicilia e di papa Francesco qui proprio a Cassano, desidera raccogliervi, voi che siete dispersi, e ricondurvi al Sacro Cuore di Gesù. Soltanto se ascolterete il richiamo che vi rivolge ancora e sempre l’abbraccio misericordioso di Dio che è Padre di tutti noi, potrete intendere quanto vi dico; senza giudizi o pregiudizi sui delitti e sulla protervia che li accompagna, cerchiamo insieme la Via sulla quale si possono superare violenza, sopraffazione e umiliazione che infangano ed uccidono prima di tutti gli esecutori di decisioni scellerate prese da quei pochi che pensano di guadagnare a danno anche dei propri familiari e della propria terra. All’inchiesta giudiziaria spetta il compito di risalire a colpevoli per riconoscere le cause di incendi spericolati: ripetere quanto già è stato detto, cercando colui o coloro che sono coinvolti, è necessario e doveroso ma non basta! La giustizia necessita di uomini e donne che, ricordando e facendo rivivere ogni giorno il valore della terra, così generosa per i prodotti agricoli con cui ricompensa il delicato e faticoso lavoro dei contadini, ritornino ad aver fiducia nella terra calabra, ad amare come un tempo le rigogliose coltivazioni di agrumi conosciuti in tutto il mondo». E ha anche ringraziato «vigili del fuoco, alle forze dell’ordine e ai volontari che si sono attivati e che si attivano per difenderci dalle fiamme, spegnere i focolai incendiari e svolgere il proprio compito di tutela del territorio esprimiamo la nostra riconoscenza. Ma anche questo non basta! Alla riconoscenza, perché sia vera, va aggiunta la collaborazione e la vigilanza! Vigiliamo su noi stessi, sui pensieri che ci abitano, sul valore che diamo alla nostra esistenza! Chiunque pensa di guadagnare ricchezze e poi perde la propria anima, che vantaggio ne avrà? Guadagnate il bene che non perisce e ne otterrete la vita eterna! Questo è il monito che il mio cuore di vescovo vi fa! Convertitevi! A me resta, ora, soltanto pregare».