Il Progetto Policoro premia i giovani che sognano idee imprenditoriali

reciprocando scuola

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CASTROVILLARI – Si è svolta presso l’ITCG “Pitagora –Calvosa” di Castrovillari la premiazione degli studenti vincitori del concorso “Reciprocando nelle scuole” inserito all’interno del “Progetto Policoro”. Gli studenti, attraverso un lavoro che ha impegnato due anni scolastici, hanno proposto molteplici idee d’impresa che si auspica possano concretamente realizzarsi e che spaziano nei settori più diversi. Gli studenti F. Berisha, F. Patitucci, M. Beka, T. Fortunato e M.Vincenzi, della VA dell’ITCG Pitagora, primi classificati, che parteciperanno a un campo nei tre diversi centri diocesani di Cassano, Catanzaro e Fermo, hanno immaginato una stimolante attività di scambi interculturali tra Italia, Francia, Inghilterra, Spagna e Albania. Piena soddisfazione è stata espressa dal dirigente scolastico, Bruno Barreca, che ha sottolineato quanto l’attività appena conclusa dimostri l’impegno quotidiano degli istituti da lui diretti per mettere sempre al centro dell’agire quotidiano i ragazzi, intesi come persone con cuore, mente, braccia, ai quali si offrono grandi opportunità di crescita. Alla premiazione erano presenti l’animatore di Comunità del Progetto Policoro, Antonio De Marco, la coordinatrice per la scuola Emiliana Marino, il responsabile regionale del progetto Policoro don Giuseppe Noce e l’animatrice per la Diocesi Catanzaro Squillace. Loredana Mondelli. Il Vescovo Savino ha ricordato ai giovani che diventare persone capaci di progettare il proprio futuro, così come inteso dal progetto Policoro, significa non sentirsi più sudditi di alcuno, ma cittadini in grado di creare un nuovo Rinascimento per recuperare la bellezza dell’arte, dell’amicizia, della giustizia. La reciprocità, che è valore cardine del progetto, deve portare a superare l’assistenzialismo e l’individualismo e produrre un continuo scambio di talenti che necessariamente centuplicherà le risorse! Il nuovo approccio mentale qui auspicato potrà far germinare nuove idee e nuove occupazioni perché è sul lavoro che si decide la democrazia e la civiltà.