Il Parco snobba l’indagine sul Tartufo. Argentano: disatteso protocollo firmato nel 2014

tartufo pollino

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CASTROVILLARI – «Il Parco nazionale del Pollino non rispetta il protocollo d’intesa sottoscritto a febbraio del 2014 che riguarda l’indagine sulla biodiversità del tartufo del Pollino». Salvatore Argentano, presidente dell’associazione “Il tartufo e la sua cultura” di Castrovillari, rompe gli indugi e denuncia l’inerzia dell’ente Parco su un’iniziativa che punta a valorizzare un prodotto di nicchia che potrebbe alimentare una filiera con nuovi sbocchi occupazionali. Il presidente del sodalizio di tartufai non lesina critiche al presidente Mimmo Pappaterra, il quale nonostante abbia ricevuto più lettere di sollecito, l’ultima delle quali protocollata il 18 gennaio scorso, «continua a disattendere l’accordo sottoscritto cinque anni fa in cui l’amministrazione dell’area protetta si impegnava a finanziare la ricerca». Argentano precisa che il protocollo siglato tra l’associazione e il Parco del Pollino prevede la concessione di un contributo economico per consentire all’Arsac di Castrovillari e al Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia di continuare l’indagine finalizzata a certificare la biodiversità del tartufo del Pollino. Un’iniziativa che vuole dare prestigio alle comunità del Parco a cui l’associazione castrovillarese sta contribuendo gratuitamente fornendo i tartufi necessari allo studio a Cnr e Arsac. Un passaggio fondamentale per lanciare nel commercio di nicchia il pregiato prodotto che cresce nell’entroterra del Pollino. «Il progetto finora ha ottenuto solo il sostegno del Comune di Castrovillari – chiosa il Salvatore Argentano – ente che ringrazio perché ha destinato 4000 mila euro alla ricerca. Le nostre istanze arrivate all’ente Parco sono rimaste lettera morta». Infine il presidente dell’associazione “Il tartufo e la sua cultura” evidenzia come l’ente presieduto da Pappaterra «continui ad elargire contributi a pioggia a sodalizi che perseguono finalità spesso incompatibili con gli scopi dell’area protetta invece di promuovere le eccellenze del territorio come il tartufo del Pollino».