Il Movimento Cristiano Lavoratori si riunisce a Civita per il congresso provinciale

LEONARDO DE MARCO MCL

LEONARDO DE MARCO MCLCIVITA – Essere segno di vicinanza e solidarietà tangibile con la comunità di Civita, segnata dalla tragedia del Raganello del 20 agosto scorso. Il Movimento Cristiano Lavoratori di Cosenza, presieduto da Leonardo De Marco, si riunirà sabato prossimo nella cittadina arbereshe per il suo XIII Congresso provinciale che sarà chiamato ad eleggere il nuovo direttivo ed il nuovo presidente del movimento di ispirazione cattolica. “Forti della nostra identità, attraverso il lavoro, costruttori di speranza in Italia e in Europa” è il tema che guiderà i lavori dell’assemblea dei 184 delegati ai quali si uniranno una ventina di delegati nazionali del movimento ed alcuni ospiti stranieri tra i quali spicca la presenza di Bilbil Kasmi, presidente dei Sindacati liberi e indipendenti di Albania (Sauatt), che parteciperà all’assemblea provinciale presso la Rocca di Kruja a Civita insieme al direttore generale del Patronato Sias, Alfonso Luzzi, al vice presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, Vincenzo Massara, e diverse autorità ed istituzioni del territorio tra i quali il Sindaco di Civita, Alessandro Tocci, il presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, il vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio, Monsignor Francesco Savino. A due mesi esatti dal tragico evento che ha visto morire nel canyon del Raganello dieci persone il Movimento Cristiano Lavoratori ha inteso essere segno «tangibile di solidarietà e vicinanza con la comunità, amministrata dal Sindaco, Alessandro Tocci, portando a Civita oltre duecento delegati che si confronteranno sulle tematiche dell’identità e dell’Europa, per ricordare a tutti ed in primis a noi stessi la coerenza di voler essere da sempre movimento tra la gente e per la gente». Leonardo De Marco, presidente provinciale di Mcl Cosenza, sottolinea così la volontà di voler celebrare a Civita il congresso provinciale precedentemente programmato a Cosenza e trasferito – d’accordo con la presidenza nazionale – nella comunità del Pollino colpita dalla «immane tragedia» per «offrire la nostra testimonianza di fede e di solidarietà, facendo rivivere un momento di aggregazione sociale a questo borgo bellissimo con la partecipazione di oltre duecento persone tra delegati e ospiti da ogni parte della nostra provincia e anche dalla nostra Italia. Con il nostro stile vogliamo contribuire a fare in modo che Civita continui a vivere, ad essere quel borgo dove migliaia e migliaia di persone vengono per apprezzare le Gole del Raganello ed il paesaggio naturalistico del Parco Nazionale del Pollino. Civita deve continuare a vivere per ciò che era ieri e non ad essere ricordata per la dolorosa tragedia di oggi». La Provincia di Cosenza rappresenta lo zoccolo duro dell’MCL Calabria con quasi due terzi dei comuni presidiati dal movimento come esempio di «forte impegno sociale per costruire quegli ideali e quei valori di cui siamo portatori sani» ha sottolineato ancora De Marco. Al centro del confronto i temi di stretta attualità sociale e politica della società italiana che «sta attraversando un momento non poco felice. Oggi non c’è più quella politica di un tempo passato che guardava con particolare attenzione i problemi sociali della gente – aggiunge De Marco – Lo stato sociale del paese è ad un livello estremamente basso. In Italia si contano circa 5 milioni di poveri e, mai in Italia, anche subito dopo il dopo guerra la situazione era così grave». Il DEF messo a punto dal Governo in questi giorni fa registrare « qualcosa di nuovo» ma «non basta» afferma il segretario provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori. Il reddito di cittadinanza, ad esempio, è «qualcosa di sbagliato. Non ci convince e non ci entusiasma perché a nostro parere questo è un metodo clientelare ma che soprattutto andrebbe a congelare l’intelligenza dei nostri giovani già fortemente provati dall’enorme crisi di lavoro. Vogliamo che i nostri giovani debbano essere liberi da schemi clientelari partitici. Nove miliardi di euro, questo è ciò che costa il reddito di cittadinanza, si sarebbero potuti investire meglio» ad esempio dando la «possibilità alle imprese per assumere giovani ed investire sulla formazione professionale, facendo in modo di formare nuove figure nel mondo del lavoro produttivo». Ma spazio per il confronto ci sarà anche sull’idea di Europa che in questi anni sta passando sui tavoli della politica che «non è affatto quella che i nostri padri fondatori avevano delineato. Così com’è ora questa Europa non ci piace e non è capace di affrontare neanche i grandi temi scottanti come quelli dell’immigrazione verso la quale bisogna costruire una strategia politica condivisa di accoglienza e solidarietà per aiutare i popoli in difficoltà a ritrovare la propria identità e stabilità sociale anche lontano dai propri confini».