ROMA – Il convegno romano «organizzato dai signore del No contro la centrale del Mercure» era pieno delle «consuete falsità e congetture che pochi noti fanno ruotare attorno all’impianto rinnovabile dell’Enel». Così il comitato del Si alla centrale di Laino Borgo risponde alle accuse mosse da chi non la pensa come loro precisando che «questa centrale esiste da prima che il parco fosse costituito e quando ne fu definito il perimetro, fu lasciata al suo interno perché si riteneva non costituisse un problema per il parco stesso. La centrale utilizza biomassa legnosa vergine per la maggior parte locale e comunque al massimo di territori vicini». Il comitato del No nei giorni scorsi aveva diffuso una nota stampa che annunciava il convegno sul tema del Mercure al quale prendevano parte deputati del M5S ed alcuni esponenti territoriali (gli stessi che continuano a non inviare alla nostra testata i comunicati stampa inerenti a questo argomento, pertanto non possiamo raccontare anche l’altra versione dei fatti). Il comitato vicino ad Enel invece ricorda «a chi continua a parlare di incompatibilità che la centrale del Mercure è ritornata a funzionare e produrre energia verde dallo scorso gennaio dopo un decennio di burocrazia in cui tutti gli Enti coinvolti nei procedimenti autorizzativi si sono sempre espressi favorevolmente. Anche quando il Tribunale Amministrativo è intervenuto lo ha fatto sempre e solo per chiedere di integrare atti amministrativi e mai ha messo in discussione la sostenibilità ambientale dell’impianto». Si precisa che sul territorio della centrale è presente «uno dei più moderni sistemi di rilevamento della qualità dell’aria e i dati di questo sistema ci dicono che la presenza della centrale è irrilevante e non costituisce alcun problema per la salute e l’ambiente circostante». E come spesso si fa in questa vertenza «non si parla di congetture, quelle che i signori del NO hanno fatto e continuano a fare da anni ma di dati certi e reali che dicono che la centrale c’è, funziona e non ha alcun impatto sul territorio. Questa è la verità inconfutabile». Senza contare che la «centrale – continua il comitato del Si – sta dando lavoro a un centinaio di persone e ha messo in moto un indotto legato alla biomassa legnosa vergine che sta garantendo altre centinaia di posti di lavoro in Basilicata e Calabria. Qui si parla di biomassa che è frutto della manutenzione di boschi che così curati non sono lasciati all’incuria e non sono esposti agli incendi che ciclicamente distruggono ettari ed ettari di verde nelle nostre terre». Inoltre si ricorda «ai signori del NO che di nove comuni interessati ben sette si sono espressi favorevolmente alla centrale rinnovabile del Mercure perché la considerano un volano per lo sviluppo di tutto il territorio e tale si sta dimostrando dacché funziona.
Basta falsità, ci siamo opposti e continueremo a farlo sempre».