Il consiglio comunale difende le municipalizzate. Non si vende. Sono bene della comunità

consiglio partecipate

consiglio partecipate

 

CASTROVILLARI – Per leggere al meglio la seduta consiliare chiamata a discutere sulla opportunità o meno, per il Comune di Castrovillari, di mantenere le proprie quote all’interno delle municipalizzate Gas Pollino e Pollino Gestione Impianti, oltre che nella partecipata indiretta Sviluppo Energia, bisogna andare indietro con la memoria. Era il febbraio 2015 quando Antonio Viceconte, allora consigliere comunale uscente della prima esperienza di governo Lo Polito, denunciò in piena campagna per le primarie la presunta “parentopoli” tra i membri della Pollino Gestione Impianti ed una società partecipata. Fu il primo ad avere il coraggio di rompere il silenzio sulle dinamiche che nella seduta consiliare del 28 settembre sono state per la prima volta discusse nella pubblica assise. Nomi e cognomi che si muovono da anni dietro un «meccanismo molto raffinato» – ha dichiarato il consigliere Peppe Santagada – che ruota attorno a Sergio Falese, amministratore unico di Sviluppo Energia e per anni direttore della Pollino Gestione Impianti, collegato in maniera personale – attraverso membri della sua famiglia – alle società che si muovono sul mercato in maniera concorrente rispetto alla Pollino gestione impianti ed alla Gas Pollino. Un vero e proprio «giocattolino parallelo» costruito da «scatole cinesi» – è stata dichiarato nella pubblica assise – che in questi mesi ha provato a mettere fuori gioco le partecipate del comune di Castrovillari per avere campo libero nelle occasioni milionarie che il mercato da qui a poco andrà a presentare. «Hanno provato a metterci alla porta» dirà palesemente il consigliere di opposizione, ricordando date ed episodi di una scalata che parte da lontano. Era il 12 marzo 2015 quando Sergio Falese scrive, in qualità di amministratore unico di Sviluppo Energia, alla Pollino Gestione Impianti per un amento di capitale. E’ l’era in cui Castrovillari è amministrata dal commissario straordinario, che non può sottoscrivere aumento di capitale, secondo i dettami della legge finanziaria. Lo fanno invece le società che concorrono insieme alla Pollino Gestione impianti nella stessa società. La Esco (contollata dai soci che fanno capo alla famiglia Falese) e la Cnea Sud che da lì a poco venderà le sue quote proprio alla Esco consentedole di arrivare al 66%. Sul mercato è già nata la Energy Progress posseduta all’epoca dalla Esco al 100%, con alcuni che hanno ruoli o fanno consulenza alla Pollino Gestione Impianti. La società nasce in diretta concorrenza alla Gas Pollino. Nel racconto dettagliato ed anche intricato si arriva al giorno in cui la commissione consiliare deputata si riunisce per discutere delle quote societarie della partecipata. In quella sede si presentano due cittadini, uno dei quali è Chiara Caputo (già consulente di una municipalizzata e collegata ad una società concorrente della Gas Pollino) che hanno in mano la delibera pubblicata da poche ore sul sito del comune e che ancora non è in possesso del presidente di commissione, Nicola Di Gerio, e degli altri consiglieri. E porta avanti rilievi «tecnici puntualissimi» che fanno rimanere i componenti dell’organismo consiliare come «ebeti» ricorderà al consiglio tutto Peppe Santagada. Entrambi sottolineano che secondo le clasuole perentorie della legge Madia il comune deve dismettere le quote nelle partecipate. Nel corso del dibattito consiliare si evidenzia che è il tentativo presunto di portare avanti una scalata alle società municipalizzate le cui quote nominali (che oggi valgono poche decine di migliaia di euro) domani sul mercato, con l’accesso agli ambiti territoriali varranno, moltiplicati, molto di più. Anche Gerry Rubini, che fu presidente della Gas Pollino per un triennio, racconta altri aspetti della vicenda. Sia di quando chiese a Giacomo D’Angelo – allora presidente della Pollino Gestione Impianti – di avere della documentazione che gli venne omessa, sia di come è «grave» che alcuni dipendenti della Pollino avessero quote in società concorrenti. «Quei dipendenti vanno licenziati» e bisogna portare le carte in procura, dirà poi, ricordando anche un episodio in cui qualcuno lo minaccio di querela. In data 15 febbrai 2017 l’amministratore unico di Sviluppo Energia (Falese) scrive alla Pollino Gestione Impianti per dismettere i contratti pubblici della municipalizzata. E’ il tentativo – secondo Rubini – di far cadere un altro vincolo della legge Madia che potrebbe salvare dalla dismissione la municipalizzata di Castrovillari. Tentativi, a vario titolo, che provano a mettere in atto la presunta scalata di soggetti privati alle partecipate del comune e che rivelano un meccanismo sotto tracia in atto da tempo e sul quale la politica è stata per molto tempo colpevolmente dormiente. «Chi ha pensato di fare il padre padrone di una società deve rispondere non solo a noi ma alla città» ricorda Rubini chiedendo intervento della Procura della Repubblica. Per Lo Polito «chi ha sbagliato paghi» sollecitando che bisogna difendere le quote e quello che rappresentano. Ed a trovare la chiave di volta di questa complicata vicenda ci ha pensato il neo presidente della Pollino Gestione Impianti, Vincenzo Esposito, che ha dato al consiglio gli spunti giusti per poter scrivere alla corte dei conti e dimostrare che le due municipalizzare svolgono «attività strumentali e funzionali a quella istituzionale» ricorderà l’assessore al Bilancio, Maria Silella, e dunque non si dismettono.