SAN LORENZO DEL VALLO – «Ci sono dolori che non si possono cancellare. Possiamo solo affrontarli. E non basterà fare come se nulla fosse successo». Ad ascoltare le parole di Annalisa Vinci, nipote e cugina delle vittime della strage consumata nel cimitero di San Lorenzo il 30 ottobre scorso, c’è tutta la comunità del piccolo borgo. Così tanti che la piccola chiesa di San Lorenzo martire non riesce a contenere la folla di gente stretta attorno alla famiglia nell’estremo saluto a Edda Costabile e sua figlia Ida Attanasio, cadute sotto il peso delle pallottole in quella follia omicida che ha lavato nel sangue l’assassinio di Damiano Galizia, ucciso da Francesco Attanasio, figlio e fratello delle due donne trucidate con diversi colpi di arma da fuoco. E’ un paese attonito, muto di fronte all’ennesima strage che strappa con violenza alla vita due donne di sane principi che «hanno incarnato i valori della famiglia, dell’amicizia e dell’amore – ricorderà nell’omelia don Alfredo Pisani, parroco della chiesa di San Lorenzo del Vallo che ha concelebrato insieme a don Natale Caruso, parroco di Tarsia – e che noi tutti oggi dobbiamo continuare a vivere e sviluppare anche per loro». «La vita è un dono di Dio sempre e rispettarla significa rispettare Dio» dice con la voce rotta dall’emozione alla nutrita assemblea che tracima dalle navate della chiesa e si riversa in strada. «Tutto ci vorrebbe far perdere la speranza ma il nostro Vescovo ci ha ricordato che la speranza la possiamo trovare nelle parole del Signore» continua mentre la folla è avvolta da un silenzio quasi surreale. Due comunità, quella di San Lorenzo del Vallo e di Tarsia – dove viveva e verrà sepolta Ida Attanasio -, unite nella tragedia che ha fatto toccare con mano «come nel dolore ci compattiamo per dire che non è la morte che ha l’ultima parola sulla vita» aggiunge il sacerdote. «La morte rimane sempre uno strappo violento, pieno di amarezza e di angoscia ma Cristo non ci lascia soli, ci è accanto». Ai piedi dell’altare un fascio di girasoli abbraccia il feretro di Edda, madre ed insegnante che «ha svolto opera di misericordia spirituale nella nostra comunità – ricorda don Alfredo – nell’aver istruito gli ignoranti e gran parte dei ragazzi di San Lorenzo»; fiori bianchi sulla bara di sua figlia. Vittime di una violenza che prova a cancellare il volto della «misericordia che si esprime nell’accoglienza agli umili, nell’attenzione alle opere di giustizia che dobbiamo riscoprire». Ma la vita va oltre la morte e quel «legame che ci univa non si spezzerà mai» ricorda a nome della famiglia la parente che tra le lacrime chiede a Dio di ricevere «misericordia e pace» per «imparare a vivere con il dolore» che oggi lacera il cuore. In quel silenzio, rotto solo dallo strazio delle lacrime e dagli applausi che salutano per l’ultimo viaggio Edda ed Ida, tutta la comunità prova a riscrivere la parola speranza tra le righe di una quotidianità stravolta dal suono acuto delle armi.