Gallo – Graziano. Una sfida a suon di sentenze che potrebbe essere arrivata all’epilogo

Corte Costituzionale

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CASSANO ALL’JONIO – Festeggia Gianluca Gallo che dal suo profilo “social” canta finalmente vittoria dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d’Appello di Catanzaro. Lo ricordiamo, Gianluca Gallo non riuscì a spuntarla nell’ultima tornata elettorale che vide proprio Graziano imporsi nella sua lista di appartenenza. Ma l’ex consigliere regionale Gallo fece ricorso sull’elezione di Graziano, contestando che la sua “aspettativa” dal Corpo Forestale dello Stato non avesse rispettato i tempi previsti. Il ricorso venne accolto dal Tribunale civile di Catanzaro, Prima Sezione, dichiarando la tesi di ineleggibilità di quest’ultimo perché non avrebbe rispettato i tempi per l’aspettativa pre-elettorale. Il consigliere della Casa delle libertà fece ricorso in Appello e i giudici del secondo grado trasmisero gli atti alla Corte Costituzionale, sollevando una questione di legittimità. Nei giorni scorsi lo stesso Gianluca Gallo attraverso il suo profilo Facebook ha dato notizia della decisione della Consulta. «Sapete che c’è? Avevamo ragione – La Corte Costituzionale, con sentenza depositata in tarda mattinata, ha riconosciuto che non eravamo dei folli quando, nei Tribunali e non nelle piazze virtuali, chiedevamo l’applicazione della legge – scrive Gallo – Per farla breve: è pienamente efficace la normativa che prevede che chi ricopra incarichi lavorativi di natura pubblica debba mettersi in aspettativa secondo tempi e modalità tassative, in caso di candidatura. Chi non lo fa, viola una disposizione pensata per evitare che gli elettori possano essere in qualche modo influenzati dalla detenzione ed esercizio di un pubblico potere ed è pertanto ineleggibile. Lo aveva già certificato, in primo grado, il Tribunale di Catanzaro. Dovrà prenderne ora atto anche la Corte d’Appello, che aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale oggi dichiarata infondata dalla Corte Costituzionale. In coda a questo ulteriore passaggio, da qui a qualche settimana si aprirà la strada che ci riporterà in Consiglio regionale, a rappresentare le istanze del territorio, come sempre fatto. Svolgeremo il ruolo assegnatoci dagli elettori: l’opposizione a un governo regionale dal bilancio fallimentare. Ringrazio gli avvocati che mi hanno sostenuto in questa battaglia, Oreste Morcavallo e Francesco Paolo Gallo». Non si è fatta attendere la risposta di Graziano che ha usato lo stesso mezzo: Facebook. «È da vili, oltre che essere atteggiamento di chi ha una grandissima coda di paglia (nel caso specifico di pavone!), cantar vittoria ancora prima di ottenerla – scrive Graziano. Chi mi conosce, anche appena, sa la mia indole di persona pacata, rispettosa di tutti, soprattutto delle Istituzioni. Se domani, non oggi come va millantando qualcuno, la Giustizia dovesse decidere che il mio posto in Consiglio regionale non dovesse essere legittimo per una quisquilia burocratica, ne prenderò tranquillamente atto e cederò il posto a chi, in questi mesi, eludendo e ingannando tutti i buoni valori della politica, della democrazia e della partecipazione ha fatto ricorso alla mia elezione». I legali di Graziano dopo aver preso atto della sentenza attendono «con fondata fiducia, la pronuncia della corte d’Appello di Catanzaro che valuterà la vicenda anche tenendo in considerazioni e vagliando altre ragioni. Intanto – proseguono – è doveroso ricordare che la pronuncia della Corte costituzionale è limitata semplicemente all’espletamento di una formalità tecnico-burocratica che, in nessun modo, indebolisce, scalfisce o annulla l’elezione plebiscitaria e democratica del consigliere Graziano». Ora l’attesa è sulla sentenza finale del contendere. Chi siederà sullo scranno del consiglio regionale? Lo sapremo a breve.