CASTROVILLARI – Due momenti particolari, ognuno ,molto significativo, sono stati vissuti dalle detenute della casa circondariale di Castrovillari in occasione della Festa della donna. Ieri questa particolare festa è coincisa con la conclusione del progetto “Donne@glasses”. Un progetto rivolto alle donne ristrette nato dalla sinergie tra il Soroptimist International Club di Cosenza, i Lions Club di Castrovillari e l’Istituto IPSIA Corso Ottico di Castrovillari. Sono stati infatti consegnati alle detenute che ne hanno bisogno, previa visita specialistica effettuata in precedenza, degli occhiali da vista. Montature raccolte tra il Soroptimist e i Lions classificate a seconda della gradazione, ad opera degli allievi dell’Ipsia che hanno sottoscritto un progetto di alternanza scuola lavoro proprio con i Lions. Altri occhiali realizzati sempre all’interno di questo progetto sono stati donati alla Caritas di Cassano tramite il S.E. Monsignor Francesco Savino che com’è solito fare durante la festa della donna, ha incontrato ieri le detenute nel carcere di Castrovillari portando con sé una mimosa con un suo particolare messaggio. Lo stesso Savino, nel suo sentito intervento, ha rivolto parole di conforto alle 25 detenute presenti. Il carcere è un “laboratorio di speranza” ha rimarcato il Vescovo che ha anticipato una importante iniziativa quella della realizzazione di una operativa per ex detenuti il cui progetto a breve verrà presentato. Lo stesso Savino ha ringraziato la Soroptmist, i Lions e l’Istituto Professionale per la sinergia dimostrata in questo progetto. Durante la presentazione sono intervenuti il Direttore dell’Istituto Giuseppe Carrà. la Presidente del club Soroptmist di Cosenza Rosita Paradiso, la Presidente nazionale Patrizia Salmoiraghi, il Presidente del Lions club di Castrovillari Michele Martinisi e per l’Ipsia la dirigente Elisabetta Cataldi e la docente optometrista Graziella De Rosis oltre alla Antonella Leone oculista dell’Asp che ha curato le visite delle detenute durante questi mesi. “Una manifestazione che aiuta ad alleggerire il tempo della detenzione, ed al contempo rappresentano per gli operatori penitenziari una sorta di rassicurazione che, nella società esterna possano esserci persone o associazioni, come i Lions o il Sorptimist, o istituzioni scolastiche, che, senza alcun pregiudizio, mostrano attenzione, sensibilità, alto senso civico nell’occuparsi di quelli che la società ritiene gli ultimi” ha commentato a margine dell’incontro Maria Pia Barbaro responsabile area trattamentale del carcere cittadino.
Ma la festa della donna era già iniziata il giorno precedente all’interno della casa circondariale attraverso le iniziative programmate dalla prefettura di Cosenza dal titolo “Obiettivo donna” che ha visto la presenza di S.E. il Prefetto Paola Galeone che ha incontrato le detenute della Casa Circondariale. Ricevuta dal neo Dirigente Giuseppe Carrà il Prefetto ha incontrato le detenute della sezione femminile: un incontro ricco di significati e di valori, che ha voluto testimoniare che, anche laddove la presenza dello Stato manifesta il suo aspetto più duro, lo stesso Stato testimonia attraverso i suoi alti rappresentanti che il valore guida è e comunque rimane l’art. 27 della Costituzione. La Dott.ssa Galeone, con semplicità ma forza incisiva, ha incontrato le ristrette, usando parole di femminile conforto e di esortazione al cambiamento, ricordando alle stesse di non perdere di vista la propria femminilità, il loro essere donna “sempre”, anche dietro le sbarre. Con un gesto di garbata generosità, il Prefetto, ha voluto rendere “dolce” la sua visita, omaggiando le detenute di una grande torta mimosa, dono oltremodo gradito le detenute a loro volta hanno fatto dono il Sig. Prefetto di un monile da loro stesse realizzato nel corso del progetto “Bagliori di gemme” – corso di bijoutteria, e di un fascio di rose e mimose.
“Il giorno dedicato alla festa della donna è stata una occasione di confronto e di reciproco stimolo con gli enti e le istituzioni grazie alla presenza del Sig. Prefetto di Cosenza. Insieme al Prefetto abbiamo organizzato una piccola festicciola nella sezione femminile dell’istituto condividendo questo momento con le detenute spiegando che si tratta dell’inizio di una serie di incontri che si terranno nel prossimo futuro per sviluppare idee progettual” ha affermato il Direttore Carrà durante la visita istituzionale. “ Si è concordato – ha continuato ancora – di favorire progetti di carattere tratta mentale per evitare che il carcere diventi luogo esclusivamente punitivo, che tende ad alienare chi ci vive o lavora, portando ad una sorta di isolamento mentale, con l’impegno di tutti: dapprima con gli operatori che ogni giorno dispiegano le proprie energie e sensibilità nell’adempimento quotidiano di quella che viene vissuta come una vera e propria missione e, dall’altro, quella delle Istituzioni in quanto è necessario capire che la società non può espungere dal proprio corpo il pianeta “carcere” e che anzi,, deve farsene carico, in modo da predisporre una rete di accoglienza ai detenuti e, in questo caso, alle detenute, che scelgono di abbandonare il percorso criminoso seguito e ai loro familiari per il loro necessario sostegno economico e morale una volta terminata l’espiazione della pena”